Dipendenti pubblici, dopo la pensione non si potrà rientrare
Dopo la pensione per i dipendenti pubblici le porte dell’ufficio non si riaprono più e rientrare dalla finestra è diventato molto difficile. Non ci sono più scuse insomma, soprattutto ora che il ministro della pubblica amministrazione, Marianna Madia, ha firmato la circolare, in attuazione del decreto legge di riforma, entrato in vigore quest’estate. Il testo della circolare parla chiaro: è vietato conferire «incarichi di studio e di consulenza, incarichi dirigenziali o direttivi, cariche di governo nelle amministrazioni e negli enti e società controllati» ai pensionati, di ogni tipo. Probabilmente anche in Trentino ci sarà chi dovrà preoccuaprsi di queste disposizioni.
Per il ministero l’obiettivo è quello di evitare un prolungamento del rapporto di lavoro volto ad «aggirare di fatto lo stesso istituto della quiescenza», ovvero la pensione, bloccando così l’accesso alle nuove generazioni. Non si tratta, tiene a sottolineare palazzo Vidoni, di misure orientate «a introdurre discriminazioni nei confronti dei pensionati, ma ad assicurare il fisiologico ricambio» in modo da garantire un «ringiovanimento del personale». Ci sono però alcune eccezioni: sono consentiti mandati post-pensione per i prof, facendo così salvo il campo della docenza purché si tratti di incarichi «reali», con un impegno didattico definito e un compenso commisurato.
Lo stesso vale per chi fa ricerca, in relazione a progetti già programmati, affidati a persone con un curriculum all’altezza.
Sono ammessi anche gli incarichi per commissari straordinari e per componenti di giunte di enti territoriali e per membri di organi elettivi appartenenti a ordini professionali. Invece sono da ritenere out tutti gli incarichi dirigenziali e tra quelli direttivi anche le posizioni di direttore scientifico e sanitario. Il niet investe pure, «in assenza di esclusioni», gli uffici di diretta collaborazione di organi politici.
C’è infine una deroga generale che riguarda gli incarichi conferiti a titolo gratuito, ma anche in questo caso non mancano paletti: la durata è fissata ad un anno. Inoltre la circolare recita: «Le amministrazioni dedicheranno particolare cura all’esigenza di evitare conflitti di interessi, in considerazione del rischio che l’interessato sia spinto ad accettare l’incarico gratuito dalla prospettiva di vantaggi economici illeciti». Le nuove regole, chiarisce la circolare, sono operativa già dal 25 giugno, data di entrata in vigore del dl (sono quindi posti al riparo gli incarichi conferiti prima di quella data) e si estende a tutte le amministrazioni pubbliche, incluse le autorità indipendenti.
Quanto agli organi costituzionali, come il Parlamento e il governo, sono chiamate ad adeguarsi secondo la loro autonomia.
Stando alla norma quindi dovrebbe essere sempre più difficile trovare travet over66, età standard di messa a riposo, e si dovrebbero anche aprire gli spazi per la cosiddetta staffetta generazionale. Intanto si provvede a rispettare la tabella di marcia messa nero su bianco dal ministro nella direttiva generale per il 2014.
Un’altra tappa fissata era la circolare sul dimezzamento di permessi e distacchi sindacali, in porto già da qualche mese. Su questo punto si è provveduto a definire anche la redazione di un monitoraggio, da mettere a punto per fine anno.