A giorni i richiami Volkswagen Niente stop, fa fede il libretto
Volkswagen richiamerà fino a 11 milioni di vetture per sostituire il software incriminato nello scandalo sulle emissioni truccate, inviando una comunicazione ai clienti «nei prossimi giorni»: lo ha detto il neo-amministratore delegato Matthias Mueller a un incontro a porte chiuse con circa 1.000 top manager a Wolfsburg, secondo il sito web della Reuters.
Nessun rischio, per il momento, per chi possiede e circola con un’auto dotata del motore Volkswagen 2.0 TDI tipo EA189 che contenga il software segreto progettato per ingannare le prove sull’inquinamento. Nel nostro Paese, sottolineano esperti del settore, fa fede la Carta di Circolazione in cui compare l’omologazione del Ministero dei Trasporti rilasciata dalla direzione della Motorizzazione.
E tutti i controlli - sia quelli su strada delle Autorità sia quelli tramite telecamere per la sorveglianza delle ZTL - non possono che far riferimento alla classificazione Euro 4 o Euro 5 attribuita al singolo esemplare e collegata, nell’archivio centrale, ad una determinata targa. Ciò significa che in nessun caso ci sono gli estremi per una sanzione o peggio per un sequestro o un blocco del veicolo. Per il momento non sono state predisposte liste di modelli incriminati e il database della Motorizzazione non può distinguere una Euro 5 «buona» da una Euro 5 «da verificare».
Se poi, per una qualsiasi ragione (come il controllo tecnico periodico, più noto come «revisione») un’auto dovesse risultare non conforme ai valori di omologazione, le Autorità non potrebbero che respingere il solo controllo tecnico, rimandando il veicolo ad una successiva revisione dopo la messa a punto del motore. Il vero problema - spiegano gli esperti - è che il software pirata è così segreto da non poter essere visualizzato dalle attuali strumentazioni in uso ai centri di revisione o alle Autorità, se non dopo aver aperto la centralina ed aver messo a nudo l’eprom, cioè il cuore del calcolatore che è «affogato» in una speciale resina protettiva, collegandola successivamente ad un pc dotato di uno speciale programma di lettura dei dati interni. Una remota complicazione potrebbe arrivare se il Ministero dei Trasporti (così come previsto dalla legge) revocasse, una volta fatta chiarezza sul «trucco» delle centraline, l’omologazione del singolo modello. Ma anche in questo caso l’utente non rischierebbe nulla, perché la responsabilità ricadrebbe sul costruttore.