Spazio, parte la missione Lisa Coordina Vitale dell'ateneo trentino
Inizia la caccia spaziale alle onde gravitazionali, le vibrazioni dello spazio-tempo previste 100 anni fa da Albert Einstein nella teoria delle relatività: ad aprire la strada è Lisa Pathfinder, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), lanciata dalla base spaziale europea di Kourou (Guyana Francese) a bordo di un razzo Vega e che ha l’obiettivo di testare le tecnologie per creare eLisa, il mega osservatorio spaziale grande milioni di chilometri ancora in fase di progettazione.
La sonda è stata lanciata alle 05,04 ora italiana con un razzo Vega, il lanciatore europeo che nasce negli stabilimenti Avio a Colleferro (Roma), ed è stata rilasciata in un’orbita provvisoria dopo 1 ora e 45 minuti. Fra 2 mesi raggiungerà la sua destinazione definitiva a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, nel cosiddetto punto di Lagrange 1 (L1), una posizione di quiete nella quale la forza di gravità del Sole e della Terra si ‘annullanò.
Nata per testare delle tecnologie innovative, sviluppate con un fondamentale contributo italiano attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), la missione Lisa Pathfinder è l’apripista per una rivoluzione nello studio dell’universo, «paragonabile all’invenzione del telescopio», ha spiegato il coordinatore scientifico della missione Stefano Vitale, dell’Università di Trento e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).
«Lanciatore, payload, scienza, tecnologia e capacità gestionale: un successo italiano in tutta la filiera», ha commentato il presidente dell’Asi, Roberto Battiston. «Lisa Pathfinder è un’importante missione europea - ha aggiunto - dove l’Italia ricopre un ruolo straordinario, a dimostrazione che il nostro Paese in questo settore ha una tradizione riconosciuta, che continua a confermarsi lancio dopo lancio, missione dopo missione, con l’obiettivo di confermare il nostro paese tra i grandi anche nel settore spaziale». Oltre al contributo scientifico, l’Italia ha avuto anche un importante ruolo industriale.
In Italia sono state infatti prodotte componenti chiave della missione, come i sensori inerziali costruiti dalla Compagnia generale dello spazio (Cgs), il sistema di micro-propulsione da Selex ES (gruppo Finmeccanica) e con Telespazio che ha contribuito nello sviluppo dei software e nei sistemi di controllo a terra.
I risultati di Lisa Pathfinder saranno fondamentali per pianificare la realizzazione di eLisa (evolved Laser Interferometer Space Antenna), il mega osservatorio spaziale per onde gravitazionali composto da satelliti distanti milioni di chilometri e che potrebbe prendere vita nel 2034.