Programmazione del dna come una stampa in 3D
Nel giro di poco tempo costruire il Dna in laboratorio potrà diventare facile come stampare un oggetto in 3D. A offrire questa possibilità è la nuova tecnica messa a punto da due giovani laureati dell’università della California a Berkeley e definita «rivoluzionaria» dagli esperti.
Descritta da Sebastian Palluk e Daniel Arlow sulla rivista Nature Biotechnology, la tecnica permette di ottenere più facilmente e velocemente sequenze di Dna su misura, utilizzando in modo nuovi enzimi già noti.
«È un risultato rivoluzionario», ha detto Alessandro Quattrone, direttore del Centro di Biologia integrata dell’università di Trento. «Si potranno inventare - ha aggiunto - sequenze di Dna per sviluppare batteri mangia-inquinanti o produrre nuovi farmaci».
Per sintetizzare la doppia elica il mondo della ricerca si è affidato finora a due metodi diversi. «Uno è la cosiddetta sintesi chimica, sviluppata 40 anni fa e mai cambiata finora, che però permette di produrre poche centinaia di mattoncini del Dna ed è soggetta a parecchi errori, oltre ad essere complicata e costosa», ha spiegato Quattrone. L’altro metodo, in uso dall’inizio degli anni ‘80, «è la cosiddetta sintesi a stampo che per ottenere il Dna utilizza enzimi partendo da uno ‘stampò, che però - ha osservato - ha sempre il limite della lunghezza delle catene di Dna che si possono ottenere».
La nuova tecnica permette di produrre catene di Dna dieci volte più lunghe sfruttando enzimi già noti. «Per sintetizzare il Dna usiamo gli enzimi, con un processo molto simile a quello con cui il Dna viene prodotto nelle cellule viventi», ha detto Palluk. Il Dna infatti è un’enorme biomolecola e la «natura - ha rilevato - produce biomolecole con gli enzimi, molto efficienti nel maneggiare e copiare il Dna». In questo caso i due ricercatori hanno usato un enzima presente nel sistema immunitario dei vertebrati, chiamato TdT, con cui hanno ottenuto in modo più veloce e accurato sequenze di Dna molto più lunghe.
In pratica, il risultato equivale ad avere una «stampante» del Dna. Per Quattrone «era il tassello che mancava: dopo il sequenziamento del genoma e la possibilità di modificarlo con il cosiddetto tagli e cuci, ottenere una sintesi più facile e veloce del Dna era l’ultimo ostacolo rimasto. Anche se ancora non ha la stessa efficienza della sintesi chimica, la nuova tecnica è molto più accurata e presto sarà altamente efficiente».