LOL ed altre sigle strane: piccola guida per capire il linguaggio degli smartphone
Va sempre bene un ‘ciao’ per cominciare? Quando usare gli emoticons? Sicuri che un LOL sia gradito? E il punto fermo? Maiuscolo o minuscolo? Che vuol dire BRB? E AFK? Cosa vuol dire essere ‘niubbo’? Se avete risposto con certezza alle domande non cantate vittoria perché il gergo online è mutevole e nel giro di poco tempo ribalta il senso. In passato criticato dai linguisti ora il dialetto virtuale (che ha una evidente impronta internazionale con molte elaborazioni mutuate dall’inglese) viene rivalutato e studiato per capirne codici, abbreviazioni, acronimi e punteggiatura usati dalla comunità che frequenta assiduamente i social.
Instagram (regno dei meme), youtube, whatsapp e snapchat, così come forum di discussione e chat sono i luoghi per eccellenza per condividere in massa questa lingua vivissima e mutevole. Noto il meme ‘I love that for you’ (Lo adoro per te) condiviso in modo virale su youtube ed instagram gli anni passati per approvare un look o una immagine e che ora ha invece assunto un significato profondamente sarcastico. Ideato da James Charles, beauty vlogger rinomato a livello mondiale (i suoi makeup tutorial hanno raggiunto i 16 milioni di followers) come affermazione di piacere rispetto a determinati oufit , ha cambiato il senso da quando Charles è stato accusato da un’altra make up artist arcinota (Tati Westbrook) di essere un manipolatore e di fare pubblicità occulta. Oggi la stessa definizione viene usata in modo sarcastico perfino in ambito politico.
Il dialetto virtuale è profondamente versatile e si esprime nel pieno delle sue potenzialità anche nei giochi di ruolo, amati da oltre 9 milioni di italiani dai 16 anni in poi che si connettono ogni giorno per parteciparvi. Qui il linguaggio assume le fattezze di uno autentico slang compreso in modo intuitivo solo da un gruppo ristretto di persone che vuole essere volutamente criptico. Parlare la lingua di internet è perciò ora definita da alcuni linguisti un’arte perché, per quanto ai puristi paia superficiale e piena di stranezze ed errori, ha invece migliaia di sfaccettature e significati diversi, codificati, pieni di senso e di intenzioni, anche celate e fraintendibili e perciò andrebbe conosciuta meglio. La difende e la spiega la linguista canadese Gretchen McCulloch, autrice del manuale ‘Because Internet: under standing the new rules of language’, best seller su Amazon (Penguin Editore).
La studiosa ha approfondito la neolingua del web con un approccio da ricercatore che non giudica ma osserva il fenomeno e lo colloca nel momento storico traendo delle riflessioni. “Le tradizionali nozioni grammaticali non funzionano sui social dove la sintesi è la regola principale ma ritenere internet come il luogo in cui la civilizzazione sta andando a rotoli sarebbe un errore clamoroso. Con il web siamo invece nell’età d’oro dell’eloquenza, - ha precisato i giorni scorsi McCulloch al The Guardian. - Internet può divenire promotore di un dialogo fra generazioni e va accolto il suo linguaggio perché non esiste solo un modo giusto di fare le cose. Come usiamo questa neolingua rivela chi siamo. A patto di saperla usare nel modo corretto per non essere fraintesi”.
L’esperta analizza i codici e svela che usare un punto fermo al termine di un messaggio può essere interpretato come un desiderio di smettere di comunicare in modo imperativo e aggressivo; che l’uso della punteggiatura può avere valenza sarcastica e, perciò, non usarla non significa fare errori imperdonabili ma al contrario essere aperti al dialogo. Perciò dimenticare la punteggiatura delle volte è intenzionale mentre l’uso eccessivo di lettere a ripetizione ha invece l’intento di aumentare le emozioni oppure può essere sarcastico. Gli errori sono consentiti nello slang della comunità virtuale ma lo sono stati anche in passato fra i modi di dire della vita reale e, ricorda la studiosa, perfino la locuzione ‘OK’ nasce da un antico errore di ortografia nello scrivere ‘all perfect’ come ‘oll korrect’. L’esperta ha anche cercato la radice dell’uso di tre virgole consecutive (,,,) al posto dei puntini di sospensione (…). L'origine pare risiedere in un errore comune agli smanettoni over 50 affetti da presbiopia e che ha fatto a lungo sorridere i più giovani che ora le usano per volere apparire più vecchi e per essere fortemente ironici. Anche l’acronimo LOL (Lots Of Laught, ovvero ridere a crepapelle) si usa in molti modi e da divertente e solidale può divenire sarcastico e canzonatorio. Per finire è bene ricordare che le maiuscole vanno usate il meno possibile a meno che non si voglia essere aggressivi. Anche il lessico usato nei giochi di ruolo online assume le fattezze di uno slang particolarmente ostico ed ha attirato l’attenzione della nostra Accademia della Crusca che lo scorso anno ha real
izzato un analisi corposa e dettagliata sui termini più usati ricercandone le origini e il significato. Nel focus dell’Accademia, a cura della ricercatrice Lucia Francalanci, si riportano stralci di frasi comuni e significati incomprensibili all'apparenza. Emblematico l’esempio del termine niubbo, impiegato anche nei blog e nei forum. Cosa significa? E’ un adattamento dall’inglese newbie che deriva dal gergo militare e che nelle comunità online indica nuovi utenti o utenti inesperti che hanno desiderio di migliorare. Il termine ha molte varianti nelle chat (newb, noob, nabbo, niubie etc) oltre che formazioni giocose (‘ mi sento nubbio’, ‘la nubbata del secolo’; ‘niubbaggine totale’). Il tono tuttavia può anche avere valenza negativa ed indicare un neofita incapace. Seguono una carrellata di abbreviazioni di scrittura cosiddetta ‘economica’. Ad esempio ‘pg’ al posto di ‘personaggio’; AFK (away from keyboard, ovvero ‘lontano dalla tastiera’ , BRB (be right back, cioè ‘torno subito’), Dmg (damage, indica il ‘danno’ arrecato o subito) e così via.