Auto "sperimentale" esplosa in tangenziale a Napoli: ascoltato dirigente Cnr, sequestrata la "gemella"
Gravemente feriti una ricercatrice e uno studente: scopo del progetto era testare la possibilità di abbinare un motore elettrico alimentato da pannelli solari a un propulsore termico, con l'obiettivo di ridurre i consumi e le emissioni. Sospetti su bombole che erano a bordo e il cui contenuto va identificato
NAPOLI. Un dirigente del Cnr è stato ascoltato oggi a Napoli nell'ambito delle indagini sullo scoppio e il successivo rogo dell'auto-prototipo avvenuto venerdì scorso sulla tangenziale di Napoli nel quale sono rimasti gravemente feriti la ricercatrice 66enne del Cnr Maria Vittoria Prati (che era alla guida) e il 25enne Fulvio Filace (seduto sul lato passeggero) laureando in ingegneria e tirocinante presso lo stesso centro di ricerca.
Inoltre è stato disposto anche il sequestro di una vettura gemella a quella andata distrutta, una Volkswagen Polo Tdi, un prototipo utilizzato nell'ambito di un progetto denominato "Life-Save" finalizzato a testare la possibilità di abbinare un motore elettrico con batterie alimentate da pannelli solari a vetture dotate di un propulsore termico con l'obiettivo di ridurre le emissioni nell'ambiente.
Secondo quanto è emerso finora, a determinare la potente deflagrazione, che solo per un caso fortuito non ha coinvolto altre vetture, sarebbero state delle bombole il cui contenuto, al momento, rimane sconosciuto: sarà una relazione dei vigili del fuoco a fare luce sulla tipologia di gas che contenevano.
Il funzionario è stato interrogato stamattina dalla Polizia Stradale nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Procura di Napoli (sesta sezione, procuratore aggiunto Simona Di Monte). La vettura gemella di quella distrutta, che è stata sequestrata dalla Stradale a Fisciano, servirà per i successivi accertamenti che l'ufficio inquirente partenopeo potrebbe a breve affidare a dei consulenti. Di questo progetto, secondo quanto si è appreso, si starebbe interessando un ex professore.
L'obiettivo degli inquirenti è scoprire, ora, la ragione per la quale le bombole si trovassero a bordo della Polo, se la loro presenza fosse legata al progetto e se il loro trasporto stesse avvenendo in condizioni di sicurezza.