Lite in strada per il marciapiede: prostituta accusata di estorsione
Tutto è partito da una querela per tentata rapina: la prostituta in questione era accusata di aver tentato di prendere con la forza alle due colleghe 80 euro, mentre tutte e tre stavano aspettando in coda alla Western Union. Gli inquirenti hanno deciso di tornare dalle due presunte vittime e chieder loro di chiarire meglio i contorni della vicenda. E qui è arrivata la storia dell'estorsione
ROVERETO - Una lite per un posto in strada, tra tre prostitute, finisce a processo: una delle tre è accusata di tentata estorsione.
Tutto è partito da una querela per tentata rapina: la prostituta in questione era accusata di aver tentato di prendere con la forza alle due colleghe 80 euro, mentre tutte e tre stavano aspettando in coda alla Western Union. Già durante le indagini, però, il titolare dell'agenzia pare abbia negato di aver visto un gran movimento. E quindi gli inquirenti hanno deciso di tornare dalle due presunte vittime e chieder loro di chiarire meglio i contorni della vicenda. E qui è arrivata la storia dell'estorsione.
L'imputata, par di capire, è un'habituè della strada del basso Trentino. Esercita in un'area di servizio, ovviamente a totale insaputa dei titolari. Arriva la sera, a distributore chiuso, e si piazza lì, in attesa dei clienti. Parecchi, a quanto pare. Segno che lei ha delle qualità, probabilmente. Ma forse segno pure che la «postazione» è strategica, per quel tipo di affari. Strategica al punto da essere presa di mira da due colleghe: senza dir nulla a nessuno, le ragazze si sarebbero messe lì, una sera, mostrando le proprie grazie agli automobilisti di passaggio.
A quel punto sarebbe scattata la reazione della «titolare» del marciapiede, che avrebbe minacciato le due: se non avessero pagato, sarebbero state picchiate da un suo amico. Lei però nega tutto. A maggio sarà il giudice Michele Cuccaro a dover capire chi dice la verità.