«Trento onori gli impegni sulla statale del Caffaro»
Il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora (Lega Nord), si è stufato di aspettare che il Trentino dia corso agli impegni per avviare entro l'anno il primo lotto della variante della ex statale del Caffaro, nel tratto fra Vestone e Idro, in territorio lombardo. Perciò Molgora ha inviato una lettera all'Adige per sintetizzare le tappe di una vicenda che si sta trascinando dal 2011, quando ebbe «una serie di incontri e riunioni con la Provincia autonoma di Trento, per siglare un accordo di programma per la realizzazione del primo lotto della variante alla strada provinciale BS 237 tra Vestone e Idro, al fine di poter appaltare i lavori entro il 2013»
Il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora (Lega Nord), si è stufato di aspettare che il Trentino dia corso agli impegni per avviare entro l'anno il primo lotto della variante della ex statale del Caffaro, nel tratto fra Vestone e Idro, in territorio lombardo.
Perciò Molgora ha inviato una lettera all'Adige per sintetizzare le tappe di una vicenda che si sta trascinando dal 2011, quando ebbe «una serie di incontri e riunioni con la Provincia autonoma di Trento, per siglare un accordo di programma per la realizzazione del primo lotto della variante alla strada provinciale BS 237 tra Vestone e Idro, al fine di poter appaltare i lavori entro il 2013». Si trattava, all'epoca, aggiunge il presidente, dell'atto conclusivo di una serie di confronti tecnici avviati negli anni precedenti.
«A seguito di tali incontri con il presidente Lorenzo Dellai - spiega Molgora - era scaturita la volontà di entrambe le Province di giungere a un formulazione condivisa dell'accordo alla cui base c'era la condizione di ottenere il cofinanziamento di almeno il 50% dell'opera da parte di Regione Lombardia».
Obiettivo, quest'ultimo, che la Provincia di Brescia ha ottenuto dopo una serie di confronti con il Pirellone, che l'aveva infine «formalizzato in un'apposita scheda del bilancio di previsione».
In altre parole, «sembrava di aver brillantemente e velocemente superato quello che pareva essere l'ostacolo maggiore, ovvero ottenere le risorse da parte di una Regione a statuto ordinario». Invece, prosegue la lettera, «le complicazioni sono intervenute successivamente da parte di un Provincia autonoma che, come noto, può trattenere sul territorio molte risorse e che quindi ha sicuramente meno problemi finanziari».
Lo schema di accordo fu inviato a Dellai il 10 agosto 2012, per disciplinare il cofinanziamento del tratto in questione, che prevede un costo complessivo di 55 milioni. La Provincia di Brescia, si impegnava dunque a progettare, appaltare e realizzare l'intervento e Trento a cofinanziare (nel periodo 2013-2016) la restante quota del 50% del primo lotto della variante, nonché dello svincolo realizzato in località Sant'Antonio di Anfo.
«Ad oggi, però, non abbiamo ricevuto alcuna risposta, nonostante le continue sollecitazioni dei nostri uffici e nonostante io stesso abbia più volte contattato personalmente il presidente Dellai prima e il suo successore Pacher poi», scrive Molgora definendo inspiegabile questo «silenzio assordante».
Il tratto in questione, osserva ancora l'amministratore lombardo, è uno dei due lotti funzionali di un investimento di grande importanza: «Quello ritenuto prioritario, tra Vestone e Idro, risolverebbe la principale criticità del tracciato storico costituita dalla strozzatura della piattaforma nel centro abitato di Lavenone».
Ritenendo che il tempo trascorso «sia più che sufficiente a consentire alla Provincia di Trento di valutare le questioni anche di ordine economico», il presidente bresciano conclude augurandosi che «questa missiva serva a sensibilizzare Alberto Pacher sull'importanza dell'intervento, fondamentale e non più procrastinabile per i territori di entrambe le province».