Ancora dieci chilometri e avrebbe archiviato l'uscita di ieri, sulla sua bella bici da corsa, come una delle tante, di allenamento, che lo vedeva pedalare regolarmente lungo la statale della Val di Cembra. Una strada che ieri aveva salito e disceso per l'ennesima volta, complice la giornata mite, finalmente senza pioggia. Ma su quella striscia di asfalto, che avrebbe potuto percorrere a occhi chiusi anche in sella, tanto la conosceva bene, la sua corsa si è fermata. La sua vita si è fermata. E la tragedia ha travolto non una, ma due famiglie: quella di Claudio Capovilla, 46 anni, di Capriana, stradino della Provincia conosciutissimo in tutta la valle, e quella di un secondo cugino, residente nello stesso paese.
Il dramma è avvenuto ieri sera verso le 19.45 sul ponte, costruito pochi anni fa per rettificare il tratto che collega Grumes a Grauno. Claudio Capovilla stava pedalando in salita ed era sulla lunga e ampia curva che caratterizza il tracciato della statale in quel punto, quando dietro di lui è arrivata una Panda verde, guidata da un ragazzo.

 

L'impatto è stato violento: l'auto ha travolto la bici, distruggendo totalmente la parte retrostante. E il ciclista è stato sbalzato di sella, oltre il guardrail di acciaio che divide la carreggiata dallo stretto passaggio di servizio e dalla barriera, ben più alta, realizzata per impedire la possibilità di cadute di veicoli nel dirupo sottostante. Il suo corpo si è fermato lì, in un lago di sangue