Ferrata Montalbano, taglio del nastro
Il primo libro per le firme è già esaurito e da quando è stata riaperta, il 19 aprile scorso, è stata percorsa da circa 2.500 persone. Si conferma come un'attrazione alpinistica importante la ferrata «Ottorino Marangoni» di Montalbano, la via attrezzata con chiodi, fune d'acciaio e staffe che verrà inaugurata domenica prossima alle ore 11 con la messa e un pranzo «satino», la Banda sociale di Mori Brentonico e l'apertura del baby parco di arrampicata sui massi di Montalbano. Un taglio del nastro ufficiale che fa seguito ai lavori di messa in sicurezza della parete rocciosa e al completo rifacimento delle attrezzature (il costo totale è di 211 mila euro) che l'hanno resa anche più sicura
Il primo libro per le firme è già esaurito e da quando è stata riaperta, il 19 aprile scorso, è stata percorsa da circa 2.500 persone.
Si conferma come un'attrazione alpinistica importante la ferrata «Ottorino Marangoni» di Montalbano, la via attrezzata con chiodi, fune d'acciaio e staffe che verrà inaugurata domenica prossima alle ore 11 con la messa e un pranzo «satino», la Banda sociale di Mori Brentonico e l'apertura del baby parco di arrampicata sui massi di Montalbano. Un taglio del nastro ufficiale che fa seguito ai lavori di messa in sicurezza della parete rocciosa e al completo rifacimento delle attrezzature (il costo totale è di 211 mila euro) che l'hanno resa anche più sicura.
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La via rimane comunque un percorso impegnativo, con tratti di forte esposizione al vuoto (sono famosi i passaggi in traversata orizzontale) e - ricorda la Sat - da affrontare solo con kit da ferrata omologato, casco, calzature e abbigliamento adatti. Una via molto frequentata anche perché percorribile per quasi tutto l'anno grazie alla bassa quota e alla comodità dell'accesso. Ieri, alla Sat centrale a Trento, sono stati illustrati i dettagli dei lavori, concentrati fra il Natale 2013 e l'aprile scorso dopo che la via era stata chiusa, per problemi di pericolosità e instabilità della roccia, nel 2011.
«Il materiale - ha spiegato il presidente della Sat Claudio Bassetti - andava sostituito in ogni caso, nell'ambito del piano decennale, concordato con la Provincia che dà un contributo, che riguarda le oltre 70 ferrate Sat. Sulla ferrata di Mori, dal 1996 - ha spiegato il presidente - il Soccorso alpino era intervenuto 39 volte, numero corrispondente al 20,4% del totale degli interventi di soccorso su tutte le ferrate della Sat». Più comolesso l'intervento necessario a mettere in sicurezza le rocce instabili, portato a termine grazie «al forte coinvolgimento del Comune di Mori», come ha sottolineato Bassetti. Per il sodalizio alpinistico, la spesa finale è stata di 91mila euro, e dal 2011 la riapertura del percorso è stata molto attesa in paese, come ha ricordato la presidente della sezione Sat di Mori, Ester Pisetta . A ferrata chiusa, commercianti e ristoratori moriani avevano avvertito un calo. «Il sindaco Roberto Caliari ha battuto tutte le strade - ha aggiunto la presidente - la via è stata definita una ferrata "domestica" ed anche grazie all'assessore Mellarini si è arrivati alla soluzione».
Una via «facile da raggiungere ma difficile da percorrere», ha ricordato il sindaco Roberto Caliari , che è anche un «satino» doc. «I problemi della parete - ha spiegato - erano già stati studiati all'infrarosso negli anni 90, lo studio è stato ripetuto e i geologi hanno verificato tutte le aree necessarie». Il Comune di Mori ha sostenuto i costi (120 mila euro) della messa in sicurezza: l'esbosco e la pulizia della corona superiore della parete, i disgaggi e gli ancoraggi delle rocce instabili, la messa in opera di reti. In tutto, 1.500 ore di lavoro in parete «Il pianoro sottostante - ha ricordato Caliari - è molto frequentato e la parete andava messa in sicurezza». F. T.