Garante: anche in Alto Adige troppi giovani senza futuro
«Indifferenza e mancanza d’interesse sono le cose peggiori che possono accadere a un giovane». Lo afferma la garante per l’infanzia e l’adolescenza altoatesina, Paula Maria Ladstaetter, per la Giornata internazionale delle competenze giovanili.
In Alto Adige, sottolinea la garante, un ragazzo su undici, tra i 15 e i 24 anni di età, non lavora, non studia, non fa alcuna formazione. «Se la politica, l’economia, la scuola e il sociale non si occupano di queste persone, questo potrebbe trasformarsi in un boomerang per l’intera società», osserva Ladstaetter, ricordando che secondo l’Astat, molti di questi giovani provengono da famiglie immigrate.
Rispetto all’Europa ed al resto d’Italia, per l’Alto Adige la percentuale (circa 8,8%) è bassa. Per la garante, però, questo numero rimane troppo alto. Per i minori stranieri non accompagnati, Ladstaetter chiede che siano subito integrati in una scuola: lì non imparano solamente la lingua e le singole discipline, ma anche le tradizioni culturali.
L’Istituto provinciale di statistica, Astat, ricorda ancora Ladstaetter, lo scorso anno ha pubblicato un’indagine in cui risulta che sono soprattutto i giovani figli d’immigrati, che vivono in Alto Adige come prima o seconda generazione, a essere colpiti da povertà o emarginazione.
È lì che bisogna intervenire con una certa urgenza, sostiene la garante per l’infanzia e l’adolescenza: «Questi giovani sono in fase di crescita e non hanno la possibilità di condurre la loro vita in maniera uguale agli altri. Essi diventano aggressivi e pesano sulla società in maniera negativa». Nel complesso i giovani necessitano di possibilità di dialogo nell’ambito della scuola, di operatori esperti nel settore giovanile e streetworker che siano motivati, e di informazioni chiare e semplici, aggiunge Ladstaetter.
La garante è convinta che coinvolgere le famiglie che non si curano della formazione dei loro figli sia la chiave per evitare una futura povertà. «Abbiamo bisogno di maggiori colloqui informativi e di consulenza alle scuole medie», dice. È necessario investire inoltre di più nella formazione professionale. Anche nei primi due anni delle superiori ci sono molti cambiamenti e insicurezza. I giovani necessitano di consulenze e di interlocutori competenti.
Un importante compito della Giornata internazionale delle competenze giovanili, ricorda ancora la garante, è quello di informare i giovani e, tramite programmi corrispondenti, favorire l’acquisizione delle competenze. «Ai giovani dev’essere fornita la possibilità di prendere decisioni in maniera autonoma e informata. Ne consegue poi che dovrebbero migliorare anche le condizioni socio-economiche».