La protesta degli Schützen contro i toponomi italiani
Gli Schützen altoatesini hanno messo in atto una spettacolare protesta, coprendo la scritta tedesca su seicento cartelli stradali. Negli ingressi delle località altoatesine il nome tedesco è stato coperto con la scritta Dna Seit 97J, ovvero «deutsch nicht amtlich seit 97 Jahren» (non ufficiale da 97 anni).
I Cappelli piumati affermano in una nota di voler protestare in questo modo «contro l’ingiustizia iniziata nel 1922 e tuttora in atto».
Gli Schützen si riferiscono alla questione della toponomastica e hanno scelto per la loro iniziativa il compleanno di Ettore Tolomei, autore del prontuario dei toponomi altoatesini, nato appunto il 16 agosto 1865. «Da 97 anni la questione della toponomastica è irrisolta.
Siamo su un’altalena, che è in movimento, ma non fa passi avanti», afferma in una nota il nuovo comandante degli Schützen altoatesini Juergen Wirth Anderlan.
«In questa ferita aperta della nostra storia - prosegue - le associazioni turistiche e le aziende gettano sale utilizzando l’opera di Tolomei e le sue invenzioni pseudo italiane».
Gli Schützen ricordano che nell’ultimo secolo l’Alto Adige ha «vissuto una storia dolorosa, ma anche di successo con due guerre mondiali, la sottomissione, l’opzione, le bombe e le torture». «Non è giusto, scrivono - gli Schützen - che per un eccesso di tolleranza verso un altro gruppo etnico e per la pacifica convivenza il gruppo linguistico tedesco debba accettare tutto». Gli eredi di Andreas Hofer concludendo invitano a prendere la Svizzera come esempio: «Lasciamo essere gli italiani italiani, i tedeschi tedeschi e i ladini ladini».
«Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di politici che abbiano il coraggio di prendere decisioni che non diano spazio a crimini culturali e a fascismo», così Juergen Wirth Anderlan.
In merito alla protesta degli Schuetzen, il consigliere provinciale Alessandro Urzì (di "Alto Adige nel cuorte") ha annunciato di voler presentare una formale denuncia per sabotaggio. La Procura di Bolzano spiega che verrà aperto un fascicolo su atti non costituenti reato. Dalla Procura informano infatti che "al momento non si ravvisano reati" nell'iniziativa messa in atto dai cappelli piumati.