Alto Adige, per fermare la pandemia uno screening di massa di 350 mila persone, azione senza precedenti
Per frenare la pandemia, che si sta velocemente diffondendo, la Provincia di Bolzano il prossimo fine settimana organizza test a tappeto in tutti i Comuni. Lo screening di massa con tamponi rapidi, che sarà effettuato dal 20 al 22 novembre su 350.000 altoatesini (gran parte della popolazione, che è di 501.000 residenti), «è la svolta per uscire dalla zona rossa e per un Natale abbastanza sereno». Lo ha detto il governatore Arno Kompatscher ribadendo che «più cittadini partecipano, più grande sarà il successo». Chi risulterà positivo sarà posto in quarantena per dieci giorni.
Proprio oggi l’Alto Adige registra un nuovo record di tamponi positivi dall’inizio della pandemia. Sono infatti 820 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore su 3183 tamponi analizzati. Finora il valore più alto mai registrato fu quello dell’8 novembre con 781.
Il bollettino dell’Azienda sanitaria riporta anche 9 decessi, portando il numero complessivo a 374. Nei normali reparti ospedalieri sono ricoverati 343 pazienti Covid (+5), mentre nelle strutture private il numero resta invariato a 110. I ricoveri in terapia intensiva, anche alla luce dei decessi, scende da 42 a 41. Si avvicina a quota 9000 (8782) il numero di persone in isolamento domiciliare.
Lo screening di massa di queste dimensioni è unico in Italia. «L’obiettivo - ha spiegato il coordinatore del progetto Patrick Franzoni - è di portare l’indice di replicazione da 1,5 a 0,5».
Ci saranno 190 presidii in tutti i Comuni. Secondo Kompatscher, «la partecipazione è un atto di responsabilità verso i propri cari, ma anche nei confronti della società». Il presidente si è detto convinto della legittimità del provvedimento, che impone il test come una sorta di "lasciapassare" per poter tornare al lavoro.
«Comprendo - ha proseguito - la rabbia dei cittadini per il susseguirsi di ordinanze, anche perché vedono in pericolo i loro progetti di vita. Proprio per questo dobbiamo fare di tutto per uscirne il prima possibile».
Chi non lo fa, non può lavorare. Una parte che sta provocando polemiche su questa ordinanza è quella relativa alla successiva quarantena, ed al divieto di recarsi al posto di lavoro per chi non farà il test. La Provincia ha ricordato che coloro che non si sottoporranno al test, dovranno rimanere a casa per dieci giorni, e in quei giorni verranno messi in ferie forzate.
Ulteriore problema: ci sono centinaia di lavoratori delle aziende altoatesine che provengono però da altre province, o risiedono in altre regioni. Sono esclusi dallo screening, e quindi rimarranno forzatamente in ferie.
«Lo screening di massa è un passo verso la normalità», ha aggiunto alla sanità Thomas Widmann, che ha ribadito che gli ospedali sono ormai in affanno.
L’assessore alla protezione civile, Arnold Schuler, ha annunciato che lo screening di massa sarà effettuato da circa 800 operatori, mentre il servizio di ordine sarà svolto da volontari, come i vigili del fuoco. Franzoni ha ribadito «l’alta precisione» del tampone rapido (lo stesso i cui risultati la giunta trentina non conteggia fra i positivi perché "i risultati non sono attendibili").
La primaria di microbiologia Elisabetta Pagani ha informato che i test vengono forniti in parte dalla protezione civile nazionale e in parte tramite procedure dell’Azienda sanitaria a un costo di 6.50 euro.
Sui social media è partita una campagna di reclutamento per lo screening di massa, in programma il prossime fine settimana in Alto Adige.
«Siamo arrivati ad un punto in cui dobbiamo unire le nostre forze per affrontare la crisi del #coronavirus. La Croce Bianca e la Croce Rossa cercano di sostenere con tutte le loro risorse il progetto per lo screening di massa in Alto Adige. L’azione si svolgerà da venerdì 20 novembre a domenica 22 novembre. Saranno allestite circa 184 stazioni di screening in tutta la provincia», scrive la Croce Bianca su Facebook. «Ci rivolgiamo a tutti i medici e a tutti gli infermieri in Italia e all’estero che non hanno un contratto di lavoro con l’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige. Se è in qualche modo possibile, vi preghiamo di partecipare a questa campagna», conclude il post.
Screening di massa di questo tipo sono stati avviati da tempo in Germania, dove hanno contribuito al contenimento del contagio nelle aree più a rischio.