Coppia scomparsa a Bolzano: trovati nel fiume un cellulare, una coperta e moschettoni
BOLZANO - Anche ieri (26 febbraio) le ricerche del corpo di papà Peter sono proseguite nel fiume (con la mobilitazione del reparto carabinieri subacquei di Genova) senza esito. Si proseguirà anche oggi.
Qualche giorno fa gli uomini dell’Arma hanno però recuperato nell’Adige (proprio nei pressi di uno dei pilastri di sostegno del ponte a ridosso della discarica di Ischia Frizzi) alcuni oggetti che potrebbero risultare interessanti per le indagini.
Dal fondo del fiume sono stati recuperati una chiave inglese, una coperta, un moschettone per arrampicate in montagna e i resti di un telefono cellulare. Tutti oggetti che sono stati consegnati ai laboratori dei Ris di Parma per le verifiche di carattere scientifico. Particolare attenzione è rivolta ai resti di uno smartphone dato che i telefoni cellulari delle vittime non sono mai stati ritrovati.
Nel frattempo sono trapelati i primi risultati delle analisi di laboratorio di tutti i reperti recuperati dai Ris di Parma nella villa di via Castel Roncolo. Si tratta di risultati che confermerebbero che Peter Neumair e Laura Perselli sarebbero stati uccisi all’interno del loro appartamento la sera del 4 gennaio scorso.
Le analisi genetiche avrebbero infatti confermato la presenza di tracce di sangue all’interno dell’alloggio. Sangue attribuibile in particolare a papà Peter.
La bugia di Benno alla sorella
La mattina del 5 gennaio Benno ricevette una telefonata dalla sorella Madè, che si trovava in Germania ed era preoccupata dal silenzio dei genitori, che non le rispondevano dalla sera precedente. Benno rispose che non aveva modo di verificare come stessero, in quanto lui si sarebbe trovato fuori casa. A quel punto Madè telefonò ad una vicina di casa, chiedendole di andare a bussare all'appartamento dei suoi genitori: la vicina andò subito, e fu proprio Benno ad aprire la porta.
L'aneddoto, che è agli atti dell'indagine, dimostrerebbe che Benno aveva quindi mentito alla sorella, dicendole di non trovarsi in casa. Nel frattempo proseguono senza esito le ricerche del cadavere di Peter Neumair nell'Adige. I sommozzatori dei carabinieri hanno però rinvenuto diversi oggetti, tra cui una coperta, che saranno ora analizzati per verificare se siano collegati con il duplice omicidio.
Benno ha deciso di parlare
La Procura ha confermato che Benno Neumair, il giovane insegnante accusato di aver ucciso i suoi genitori e di averne occultato i cadaveri, intende rompere il silenzio. Dal giorno in cui è finito in carcere in custodia cautelare, l’indagato ha sempre preferito tacere. Ora i suoi legali, gli avvocati Flavio Moccia e Angelo Polo, avrebbero ufficializzato con i magistrati inquirenti un cambio di strategia processuale. Benno intende raccontare la sua verità.
La Procura ritiene di avere in mano le prove (anche in assenza del cadavere di Peter Neumair che anche ieri non è stato ripescato nell’Adige) della responsabilità pesantissima dell’indagato.
Tentativi di depistaggio
I tentativi di depistaggio messi in atto da Benno Neumair nelle ore immediatamente successive la scomparsa dei suoi genitori dimostrano soprattutto un obiettivo: rendere più problematico possibile il ritrovamento dei cadaveri di papà Peter e mamma Laura sperando nell’azione del fiume Adige. È quanto ritengono gli inquirenti, che, dopo aver recuperato il corpo privo di vita di Laura Perselli, non vogliono arrendersi e torneranno alla carica anche nelle prossime ore (con i migliori sommozzatori italiani dell’Arma dei carabinieri di stanza a Genova) per tentare di recuperare anche il cadavere di Peter.
L’esito dell’autopsia su Laura Perselli
Dai primi dati ufficiali dell’autopsia svolta dal professor Dario Raniero dell’Università di Verona giunge la prima conferma importante: Laura Perselli è sicuramente stata uccisa per strangolamento ed il suo assassino le ha tolto la vita utilizzando una corda che può essere assolutamente compatibile con quelle utilizzate per arrampicare in montagna e che Benno Neumair aveva in casa.
Il secondo dato importante è agghiacciante perché lascia presupporre una meticolosa premeditazione dell’omicidio ed una esecuzione perfetta. Laura Perselli, infatti, non avrebbe avuto neppure il tempo di tentare una reazione per evitare di morire assassinata la sera del 4 gennaio scorso.
Sul suo corpo l’anatomopatologo Raniero non ha infatti rilevato alcuna ferita da difesa.