Bolzano: il boss tunisino dello spaccio arrestato in Belgio, gli affari li portava avanti il fratello, 23 arresti e chili di droga sequestrati
E’ scattata all’alba la vasta operazione della Polizia, su ordine della DDA di Trento e del gip: ramificazioni in mezza Europa, da Trapani a Milano, sgominata la «banda» dei giardini della stazione
BOLZANO. Nelle prime ore del mattino, la Squadra Mobile di Bolzano, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Milano, Bergamo, Modena, Bologna, Avellino, Agrigento e Trapani, equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Lombardia” di Milano e unità cinofile antidroga, ha dato esecuzione a 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Trento su richiesta della D.D.A. di Trento.
L’indagine, denominata “Komba 2019”, trae origine dall’evasione di un pregiudicato tunisino, K. H., di anni 39, allontanatosi nel giugno del 2019 dall’abitazione di Postal (BZ) dove stava scontando un periodo di detenzione domiciliare a seguito di una condanna per reati concernenti il traffico degli stupefacenti. Seguendo i suoi contatti emergeva come il K.H. si fosse rifugiato all’estero mentre a Bolzano suo fratello ne avesse raccolto l’eredità criminale e costituito un’organizzazione di cui facevano parte, oltre che cittadini tunisini, anche cittadini marocchini, albanesi e italiani, che aveva preso in mano lo spaccio nelle zona della stazione ferroviaria di Bolzano.
L’articolata attività di indagine, durata due anni, ha consentito di disarticolare tre diverse compagini criminali (due su Bolzano e una su Merano) non solo coinvolte nello spaccio di sostanze stupefacenti ma anche in alcuni fatti di sangue accaduti in questi ultimi due anni (fra cui l’accoltellamento di un pusher marocchino avvenuto alla ruota panoramica il 1° dicembre 2019) dovuti a dissidi per la spartizione della piazza di spaccio di Bolzano.
I poliziotti della Mobile sono anche riusciti a ricostruire i canali di approvvigionamento dei singoli gruppi sia in Italia (a Bergamo e a Modena) sia all’estero, in particolare in Francia, dove si trovava il K.H. durante la sua latitanza e, in misura minore, in Austria: nel corso dell’attività tali corrieri venivano puntualmente arrestati.
Veniva anche monitorato lo spaccio al minuto che coinvolgeva decine di pusher: per alcuni di essi venivano documentate centinaia di cessioni di droga (sia cocaina che eroina) a tossicodipendenti di Bolzano.
Prima della fine dell’attività, il latitante K. H. veniva arrestato in Belgio. Grazie alla tenacia degli investigatori, infatti, si appurava che questi dopo essersi rifugiato in Lussemburgo, con generalità false, si era spostato in Belgio, ove veniva intercettato dalla polizia di Arlon per essere in seguito riconsegnato alle autorità italiane.
In totale l’indagine, durata due anni, ha riguardato 83 persone tutte ritenute, in concorso tra loro, coinvolte in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti di varia natura.
Di queste: 27 sono state tratte in arresto in flagranza di reato per spaccio di droga durante l’attività, 23 sono state raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre le altre 33 sono state deferite in stato di libertà e risultano attualmente indagate.
Sono stati complessivamente sequestrati Kg. 3,4 di cocaina, Kg. 6 circa di eroina, Kg. 4 di hashish e la somma di circa 25 mila euro, ritenuta provento dell’illecita attività di spaccio.