Il consiglio provinciale dell'Alto Adige torna alla carica contro i lupi: "Facilitare gli abbattimenti"
Approvato un testo dell'opposizione, firmato anche da esponenti Svp, per le uccisioni del predatore "laddove necessario, in tempi rapidi e senza ostacoli burocratici". Appena due mesi fa la Convenzione di Berna ha respinto una richiesta della Svizzera di allentare lo status di protezione dei lupi, ma subito dopo il parlamento elevetico ha detto sì a uccisioni preventive in caso di pericolo per le persone o di danni agli allevamenti
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BOLZANO. Il consiglio provinciale di Bolzano ha approvato a larga maggioranza un documento di voto dell'opposizione, firmato però anche da alcuni esponenti della Svp, a favore dell'abbattimento di grandi canivori, "laddove necessario, in tempi rapidi e senza ostacoli burocratici". Il testo è stato presentato da Josef Unterholzner (Enzian) e cofirmato da Andreas Leiter Reber, Ulli Mair (Freiheitlichen), Franz Locher, Manfred Vallazza e Paula Bacher (Svp).
Giusto alla fine dello scorso mese di novembre, la Convenzione di Berna, riunita a Strasburgo, ha respinto la richiesta della Svizzera di declassare lo status di protezione del lupo, il che consentirebbe piani di abbattimento.
Una richiesta, derivante dalla preoccupazione per la predazione di animali di allevamento, sulla cui falsariga va anche il testo di una risoluzione approvata a maggioranza, sempre nel novembre 2022, fa dall'Europarlamernto, grazie ai voti della destra e dei conservatori. Ma la Convenzione, riunitasi a Strasburgo, ha confermato che il lupo rimane una specie "rigorosamente protetta", non soltanto "protetta" come chiedeva la Confederazione elevetica (e così il testo dell'Europarlamento).
Peraltro, pochi giorni dopo, all'inizio di dicembre, il parlamento elevetico ha dato l'ok a uccisioni preventive di lupi qualora presentino un pericolo per le persone o possano provocare danni importanti agli allevamenti.
La nuova misura amplia le maglie della precedente legislazione nazionale, più rigida su abbattimenti selettivi solo in caso di grave pericolo e di conclamata reiterazione di predazioni su animali da reddito.
Ora i singoli cantoni, previo assenso delle autorità federali, hanno la facoltà di avviare abbattimenti nel periodo dal primo settembre al 31 gennaio, compatibilmente con la tutela della specie protetta. Critici gli ambientalisti, che però hanno incassato una sconfitta.
Per tornare alla Convenzione di Berna, alla vigilia della seduta di novembre, la stessa commissione europea aveva inviato all'organismo un parere negativo sull'ipotesi di allentare la difesa dei lupi. Sono una quarantina i Paesi che nella capitale svizzera hanno sottoscritto nel 1979 la Convenzione di Berna per la conservazione della vita selvatica e dei biotopi in Europa.
La risoluzione pro declassamento era stata promossa, fra i primi firmatari, dall’europarlamentare sudtirolese della Svp Herbert Dorfmann, eletto con i voti raccolti a Bolzano, Trento e Belluno.
Oggi, dunque, dall'Alto Adige si insiste sulla linea a favore di un allentamento delle tutele della fauna.
"Dalle previsioni degli uffici competenti - ha detto Josef Unterholzner - emergeva che, se si mantiene l'attuale grado di protezione, in Alto Adige la popolazione dei lupi è destinata ad aumentare in modo esponenziale. Si può quindi parlare di un fenomeno preoccupante. Le misure di prevenzione e gli interventi strutturali di protezione delle greggi, messi in atto nel tentativo di allontanare il lupo, purtroppo si erano rivelati poco efficaci".
In Svezia, ha segnalato Unterholzner, "possono essere prelevati 75 lupi l'anno, in Estonia oltre 100, e anche questi Paesi sono della Ue".
L'assessore Arnold Schuler ha chiarito che lo status di tutela era stato introdotto quando il lupo era a rischio di estinzione: ora la situazione era cambiata radicalmente, e con l'aumento dei lupi erano aumentati i casi di conflitto, soprattutto in alto Adige dove c'era molto bestiame nelle malghe. Ci voleva "un approccio di buon senso".