Ecologisti contro la Provincia di Bolzano: l'emergenza lupo è fake news, ci opporremo agli abbattimenti
Intervento delle associazioni dopo il voto del consiglio provinciale altoatesino a favore di un sistema che consenta uccisioni del predatore "laddove necessario, in tempi rapidi e senza ostacoli burocratici". L'Oipa: bisogna attenersi a quanto previsto dall'Unione euiropea. L'Enpa: si crea allarme sociale per tornare a sparare contro una specie protetta
BOLZANO. "Lupi e orsi sono specie protette a livello europeo e gli Stati membri devono attenersi a quanto previsto per la loro tutela".
Lo afferma, in una nota, il responsabile per la fauna selvatica dell'Oipa, Alessandro Piacenza, intervenendo sulla mozione approvata dal consiglio provinciale di Bolzano per sollecitare il governo "a creare le basi per consentire, laddove necessario, l'abbattimento dei grandi carnivori problematici".
"Si tratta di una mozione chiaramente politica, che risponde a un certo elettorato. Sarebbe auspicabile che la politica si occupasse di generare percorsi progettuali di convivenza consapevole anziché dare voce a malumori che non hanno nulla di scientifico", continua Piacenza, invitando a investire in infrastrutture adeguate, come malghe attrezzate, barriere elettrificate e cani da guardiania.
"Ci opporremo in tutte le sedi a un eventuale il declassamento della protezione del lupo e a ogni persecuzione dei grandi carnivori in spregio alla normativa dell'Unione europea", conclude Piacenza.
Molto critico, con una nota, anche l'Ente nazionale protezione animali (Enpa): "L'emergenza lupo in Alto Adige è una fake news diffusa per creare una situazione di allarme sociale e accontentare quegli allevatori e quei cacciatori estremisti che vogliono tornare a sparare contro una specie particolarmente protetta dalle normative italiane ed europee".
L'Enpa fornisce poi alcuni numeri: "Sulle regioni alpine centro-orientali, che comprendono la Provincia di Bolzano, ma anche altri territori, sono presenti, stando all'Ispra, appena 266 esemplari di lupo. Tra il 2015 e il 2019 si sono verificati appena 109 eventi di predazione (meno di 22 l'anno) e l'importo degli indennizzi complessivamente erogati agli allevatori nel quinquennio non ha toccato i 50.000 euro (10.000 l'anno)", precisa l'associazione.