Screening in Alto Adige: "Sono stati bravi a farlo" dice il primario del Sacco

«Confesso di aver in mente un piccolo esperimento di questo genere in un comune lombardo, se mi riuscirà con i miei collaboratori di metterlo in atto ci proveremo. Anche se faranno prima e meglio in Alto Adige». Lo ha detto il primario dell’ospedale Sacco - Massimo Galli - a Stasera Italia Weekend su Rete 4, parlando dei tamponi di massa in Alto Adige.

«È anche quello che hanno fatto alla grande in Cina dove - ha spiegato Galli - al riscontro anche di pochissimi casi in determinate aree geografiche fanno milioni di tamponi. I tamponi, soprattutto quelli rapidi, li hanno prodotti in casa e li stanno vendendo in tutto il mondo. Quando i casi diventano qualche centinaio pensare di poter fare il tracciamento tradizionale è praticamente impossibile, non c’è sistema sanitario al mondo che riesce a fare il tracciamento tradizionale con i contatti, contatti dei contatti e contatti dei contatti dei contatti».

Per Galli «l’Alto Adige è una chiara situazione - anche per il numero di abitanti - in cui questo tipo di tampone a tappeto può essere facilmente fatto. È anche per le sue caratteristiche geografiche una situazione meno in pericolo di quanto possa essere un’area metropolitana vasta con alta concentrazione di abitanti come Milano, Roma, Torino e Napoli dove questo tipo di procedura è meno ovvia da fare ma tecnicamente possibile. Il punto è avere pronti immediatamente dopo tutti i presidi necessari, come una garanzia che tutti i casi portatrici di infezioni in atto possano essere quarantenati come opportuno.
Altrimenti - ha concluso - la cosa serve si, serve no».

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