Bolzano: non si presentano alla vaccinazione, quattro dosi di anti-Covid scongelate vanno buttate via
Fa discutere in Alto Adige il caso di quattro dosi di vaccino buttate perché gli addetti di una casa di riposo, che in un primo momento si erano prenotati, hanno cambiato idea e non si sono più fatti vaccinare. Il flaconcino era ormai scongelato. «Purtroppo è vero, in così poco tempo non è stato possibile trovare rimedio», dice all’ANSA il direttore generale dell’Azienda sanitaria Florian Zerzer, sottolineando che si tratta di una struttura che non fa parte dell’Asl.
Dopo una partenza un po’ a rilento e le polemiche per l’elevata percentuale di sanitari “obiettori”, «per fortuna ora cresce il numero dei dipendenti dell’Azienda sanitaria disposti a farsi vaccinare», sottolinea Zerzer.
Il problema si era rilevato la scorsa settimana, quando alla campagna di vaccinazione per operatrori sanitari di ospedali e RSA, in Alto Adige, oltre il 40 per cento degli interessati aveva detto no.
«Vaccini gettati in Alto Adige nella spazzatura? Non staremo certamente a guardare, chiederemo che il danno causato (anche di immagine alla nostra provincia) nel pieno di un sacrificio nazionale di portata epocale sia risarcito. Senza se e senza ma». Lo afferma Alessandro Urzì, consigliere provinciale Fdi.
«Non sappiamo se chi ha agito così si sia assunto una responsabilità personale, sappiamo di certo che l’onda no vax che ha coinvolto quasi il 50% del personale medico e paramedico della sanità altoatesina se è inammissibile su un piano morale è intollerabile se produce un danno erariale, ossia la distruzione stessa dei vaccini. Stiamo già presentando gli esposti che si rendessero necessari per chiedere alle autorità una verifica sulla legittimità di questi episodi auspicando che sia la amministrazione della Azienda ad anticiparci e ad attivarsi in autotutela nella medesima direzione», afferma.
«Nel resto del mondo c’è chi ucciderebbe per avere una dose di vaccino prima degli altri. Qui in Alto Adige invece gli operatori sanitari rifiutano il vaccino. A Bolzano siamo sotto il 60% del personale vaccinato, nelle valli ben sotto il 50%. I vaccini avanzati dal personale che non si presenta agli appelli vengono tranquillamente gettati nel pattume». Lo afferma il consigliere provinciale di Alto Adige Autonomia Carlo Vettori.
«Del tutto inutili - prosegue - sembrano gli appelli dei miei colleghi di maggiorana per sensibilizzare il personale sanitario: è ora di mettere via la carota e di usare il bastone.
Chi rifiuta il vaccino abbia il coraggio di metterci la faccia: subito online i nominativi di chi ha rifiutato e rifiuterà il vaccino».
«Trovo davvero umiliante che tutto il sistema sanitario altoatesino debba essere ricordato per avere rifiutato le vaccinazioni, anziché rimanere alla storia come un sistema formato da medici, infermieri ed operatori che hanno affrontato la pandemia lavorando giorno e notte per aiutare i pazienti affetti da questo terribile Covid», conclude il consigliere provinciale.
«I medici e infermieri devono fare il vaccino anti-Covid. Chi opera in campo sanitario e si rifiuta deve cambiare mestiere e andrebbe perseguito legalmente». Lo ha detto ai microfoni di Alto Adige Tv, Massimo Galli, il direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, in riferimento alla bassa percentuale di adesione degli operatori sanitari alla campagna vaccinale in Alto Adige.
Secondo Galli, «è un atteggiamento che non ha nulla di scientifico, è irresponsabile nei confronti dei pazienti e non è giustificabile».