In 2.740 per la terza edizione del concorso "Una notte in palafitta"
Per il terzo anno consecutivo, "Una notte in palafitta" - il concorso promosso dal Consorzio per il turismo in collaborazione con il Museo delle palafitte di Molina e il Comune - ha registrato un grande successo. Un’esperienza sorprendente e dal forte richiamo, se è vero che alla chiusura delle iscrizioni dell’edizione 2015 - terminate lo scorso 28 giugno - si è registrata un'ulteriore impennata di partecipazione, con 2.740 domande, ben 400 in più rispetto al 2014.
Le estrazioni dei fortunati vincitori sono avvenute ieri mattina presso il municipio di Pieve.
Primo premio, dimensione famiglia, una cena preistorica intorno al fuoco acceso, in compagnia di cacciatori vestiti di pelli che preparano archi e frecce, oltre naturalmente a un’intera nottata da trascorrere in palafitta il 2 agosto prossimo; secondo premio invece è la cena a base di carne, formaggi, frutti di bosco e miele, da consumare rigorosamente con le mani, proprio alla maniera degli uomini dell’Età del Bronzo.
Una vera e propria notte al museo insomma. Che non è (solo) il titolo di un fortunato film con Ben Stiller, ma il premio che ogni anno viene messo in palio dal Consorzio per il turismo della valle di Ledro tra tutti coloro che si iscrivono al concorso "Una notte nella palafitta". In effetti si tratta di un museo un po’ particolare, quello delle palafitte di Molina, sito archeologico nominato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco che raccoglie oggetti di vita quotidiana di 5.000 anni fa sullo sfondo dei resti di uno dei più imponenti villaggi palafitticoli mai ritrovati in Europa. Qui sono state ricostruite tre capanne da 11, 15 e 20 metri quadrati con pali lunghi fino a 9 metri, una struttura in legno di larice e fasci di cannucce per i tetti, metà appoggianti sul terreno e metà nell’alveo del torrente Ponale. E qui, ogni anno, proprio come nel film, tutto prende magicamente vita, almeno per una notte, trasportando i fortunati vincitori indietro nel tempo fino al tardo Neolitico, tra battute di caccia con arco e frecce, cene intorno al fuoco ascoltando gli sciamani e - finalmente - un sonno ristoratore sull’acqua.