Valeria colpita da un proiettile, spirata tra le braccia di Andrea
Già ieri pomeriggio, dopo il loro arrivo all'aeroporto di Venezia assieme alla salma di Valeria Solesin e ai suoi genitori, i fratelli di Dro, Andrea e Chiara Ravagnani sarebbero stati sentiti dal pm titolare del fascicolo d'inchiesta aperto a Venezia (un secondo fascicolo a Roma) per ricostruire quanto accaduto la sera del 13 novembre scorso nella platea del Bataclan. Sempre ieri pomeriggio è stato eseguito anche l'esame autoptico all’ospedale all’Angelo di Mestre dal professor Massimo Montisci dell’Università di Padova con il responsabile del servizio di Medicina legale mestrina Silvano Zancaner su incarico della procura di Venezia e di Roma.
I due giovani trentini, assieme al fidanzato di Chiara, Stefano Peretti, veronese, hanno dovuto raccontare quelle due interminabili ora cercando di spiegare al magistrato come è morta Valeria.
Nulla di ufficiale è uscito dalla Procura veneziana, ma da indiscrezioni raccolte dopo la deposizione dei tre giovani, risulterebbe che Valeria Solesin sia morta in seguito alle gravi ferite provocate da un proiettile di Ak-47 sparato dall'alto verso il basso, quindi si presume esploso dai terroristi sui palchetti superiori del teatro verso la platea più in basso.
Il ferimento sarebbe avvenuto all'inizio dell'attacco e Valeria sarebbe crollata a terra assieme al fidanzato morendo poi per dissanguamento in seguito alle ferite riportate al volto, alla spalla e al polmone. Andrea Ravagnani avrebbe confermato al magistrato di essere rimasto per tutto il tempo assieme a lei, a terra, anche per proteggerla da altri colpi: «Un tempo infinito» sono le parole del giovane trentino riportate dalla stampa veneziana.
Valeria sarebbe quindi spirata tra le braccia del suo fidanzato, in attesa di quel blitz dei reparti speciali giunto solo a tarda serata.
Una ricostruzione che sarebbe confermata anche da Chiara e Stefano, anche loro presenti in quei pochi metri e scampati miracolosamente ai colpi dei terroristi al Bataclan.
I funerali della giovane studentessa de La Sorbona sono confermati per martedì. Intanto sono migliaia i veneziani che stanno visitando la sua camera ardente.