Tiarno di Sotto, primi profughi all'ex seminario, arriveranno entro una decina di giorni
La macchina della solidarietà si sta muovendo già da alcune settimane ma sarà solo tra una decina di giorni che il progetto «Ospitalità migranti» vedrà la sua concretizzazione. Come da protocolli siglati tra Provincia e Curia, la Chiesa trentina - attraverso la Caritas diocesana - metterà infatti a disposizione una parte della struttura dell'ex Seminario di Tiarno di Sotto per dare alloggio, per la prima volta in valle di Ledro, ad alcuni migranti richiedenti asilo. A partire da fine mese, gli appartamenti dello storico compendio in centro paese ospiteranno rifugiati provenienti dal campo di Marco, la cui integrazione verrà affidata agli operatori della rete di accoglienza della Fondazione comunità solidale.
«Nello specifico - fanno sapere dalla Provincia - si tratterà di un massimo di sei persone, di nazionalità sub-sahariana, che troveranno sistemazione in due dei tre alloggi del compendio dotati di riscaldamento, acqua e luce, nelle ultime settimane ritinteggiati, sottoposti a manutenzione e arredati. La presenza di queste persone verrà affiancata da quella degli operatori della Fondazione comunità solidale, l'organizzazione trentina che si occupa degli aspetti operativi dell'accoglienza dei profughi. I rifugiati non saranno quindi abbandonati a se stessi, bensì seguiti nel loro percorso di inserimento: faranno corsi di lingua italiana, di educazione civica, per apprendere soprattutto le regole e la cultura del nostro Paese. Per favorire una positiva integrazione, prossimamente verranno organizzati anche momenti di incontro e conoscenza con la comunità ospitante. Il loro arrivo a Tiarno di Sotto è previsto entro una decina di giorni».
Dopo aver ospitato i giovani sacerdoti, in valle di Ledro per trascorrere i periodi estivi durante gli anni di abbondanza di vocazioni, i fabbricati ormai inutilizzati dell'ex Seminario torneranno dunque ad essere abitati. Dei cinque edifici situati nell'ampio parco, a pochi passi dalla chiesa di san Bartolomeo, uno è di proprietà del Comune, adibito a magazzino, mentre gli altri quattro sono di proprietà della Chiesa trentina. Di questi però uno solo è quello agibile, individuato per accogliere i migranti. «Al fine di favorire una positiva inclusione dei rifugiati e come già avvenuto in varie zone del Trentino e dell'Alto Garda, chiediamo anche alla popolazione ledrense una collaborazione - concludono dalla Provincia - sfatando così fin da subito pregiudizi, paure, timori, e tutti quei luoghi comuni che possono minare una civile convivenza».