Tunnel Loppio-Busa, si scava La prima pietra posata ieri
Lo scavo è avviato. La prima pietra è stata posata e saldamente cementata a colpi di cazzuola da parte di tutti gli amministratori presenti, dal governatore del Trentino Ugo Rossi, ai sindaci dei due Comuni interessati al presidente della Comunità di valle. È il primo cemento che si versa per realizzare il tunnel Loppio-Busa, che poi sarà in realtà da San Giovanni al Cretaccio. Ne seguirà molto altro per diversi anni, fino al completamento di un’opera attesa per un trentennio, annunciata per un ventennio e da ieri ufficialmente in corso d’opera.
I lavori al collegamento Loppio-Busa in realtà sono partiti già l’anno scorso con il tratto di via Sant’Isidoro ad Arco. Un paio di mesi fa un secondo scavo è iniziato alla «curva dei rospi» per l’ampliamento della strada che sala all’area artigianale della Mala, intervento che fa già parte del secondo lotto assieme al tunnel, da tre settimane erano poi iniziati i lavori di disboscamento e di scavo nel punto dove il tunnel avrà il suo ingresso a monte, cioè tra la massicciata dell’ex ferrovia Mar e la ciclabile che porta al passo. Qui, proprio a margine della pista percorsa quotidinamente da centinaia di ciclisti, si è svolta la posa della prima pietra, preceduta dai discorsi di rito e seguita dalla benedizione ad opera di don Franco Torresani.
Una giornata destinata a restare nella storia trentina e non è certo un caso se nessun politico, provinciale e locale, ha voluto mancare. Ad iniziare proprio dal governatore: «Abbiamo mantenuto l’impegno preso con le amministrazioni - ha detto - per un’opera che garantirà non solo uno snellimento del traffico, ma anche una maggiore attrattività del territori. Dobbiamo costruire, tutti assieme una viabilità del futuro per tutta la Busa, al servizio dei residenti e in grado di far diventare ancora più competitivo il sistema turistico; avete al vostro fianco una Provincia che dialogherà con voi e vi sosterrà nella vostra idea di sviluppo futuro».
«È una sfida vinta - ha aggiungo Mauro Gilmozzi, assessore provinciale alle infrastrutture che ha seguito da vicino tutto l’iter progettuale - sono in corso anche i lavori alla discarica della Maza, con la bonifica del primo lotto e con la fase di aggiudicazione del secondo, che ci consentirà di procedere con la parte più delicata di questo progetto stradale, quello fra la Maza e il Cretaccio. Il progetto c’è, si tratta solo di definirlo nei dettagli, un passaggio che vogliamo fare assieme al territorio».
Gilmozzi ha colto l’occasione anche per ricordare l’altro investimenti strategico deciso per la Busa, cioè la realizzazione della ciclabile verso Limone: «Un progetto di grande qualità e bellezza - ha detto - funzionale al sistema complessivo della viabilità».
È stato poi Gianni Morandi, padrone di casa, a esprimere il compiacimento del territorio, ma con un appunto: «Spero non sembrare fuori luogo, ma vorrei ricordare anche l’importanza della programmata circonvallazione di Torbole, ora che finalmente si realizza quella di Nago».
Accanto a loro davvero tutti gli amministratori interessati: l’assessore provinciale Tiziano Mellarini, il presidente della Comunità di valle Mauro Malfer, i sindaci di Arco Alessandro Betta, di Riva Adalberto Mosaner, di Dro Vittorio Fravezzi, di Tenno Gianluca Frizzi, di Drena Tarcisio Michelotti, il sindaco di Mori Stefano Barozzi, con assessori e consiglieri comunali al rinforzar le file degli amministratori. Presenti ovviamente anche i tecnici, gli artefici del progetto, ad iniziare dal dirigente del Dipartimento infrastrutture Raffaele De Col e dal dirigente del Servizio Opere Stradali Mario Monaco, che è anche progettista dell’opera. E poi le imprese che hanno iniziato a lavorarvi, cioè il «Consorzio Stabile sac Costruzioni Società Consortile» di Benevento e la «Martinelli & Benoni srl» di Ronzo Chienis. A rappresentarle il patron in persona del colosso campano, Enzo Rillo, che ha poi brindato con sindaci e amministratori provinciali con lo spumanete prodotto dalle sue stesse cantine in Campania.
La posa e benedizione della prima pietra si è svolta un centinaio di metri più a valle, lungo la ciclabile. Con don Franco che ha invocato ogni bene per l’opera e la sua conclusione, sotto gli occhi curiosi e un po’ impazienti dei cicloturisti di passaggio.