"Ciclabile del Garda, stretta e inisicura"

La pista ciclabile di Limone, non solo è una «ferita al paesaggio» ma non è nemmeno funzionale, visto che è talmente stretta, in certi punti 2 metri, in altri anche meno, che «non garantisce una buona convivenza tra pedoni e ciclisti» tanto e vero che verrà posto un limite di 10 km all’ora come se le bici normali, peraltro, fossero dotate di tachimetro.
Di qui l’invito pressante da parte delle associazioni amiche dell’ambiente, alla Provincia autonoma di Trento, che si appresta a progettare tratti molto più lunghi e complicati che da Riva portano al confine con Limone e da Torbole a Navene, a «non ripetere gli errori che riscontriamo nell’opera  realizzata in comune di Limone e a non farsi condizionare dalle pressioni lobbistiche per fare in fretta e in qualche modo».
«Davvero non possiamo condividere i toni entusiastici - scrivono in una nota congiunta Wwf, Italia nostra, associazione Pinter, comitato Salvaguardia dell’olivaia e comitato Sviluppo sostenibile - con cui si preannuncia la prossima apertura del tratto di ciclabile a nord di Limone e tanto meno unirci alle varie voci che invitano la Provincia a fare presto con il sottointeso invito a non farsi troppe remore nella progettazione riguardo alla tutela del paesaggio e alle garanzie della sicurezza per i suoi futuri fruitori. Come ben evidenziato dalle foto risulta pesante la ferita inferta al paesaggio nel tratto che verrà aperto nei prossimi giorni. La montagna fino a una importante altezza si presenta spoglia, imbrigliata da fitte reti, con travi conficcate nella roccia per sostenere reti paramassi a sbalzo. Temiamo - dicono gli ambientalisti - che l’intensivo disboscamento abbia compromesso anche specie vegetali preziose come la Daphne Reichsteinii, vanto naturalistico di quel tratto di sponda gardesana. La pista poi si offre come una striscia di lastre di cemento sostenuta da spesse mensole».
C’è poi la questione dell’arrivo e dell’attraversamento del centro storico di Limone: «L’attuale cammino pedonale a stento è in grado di ospitare il flusso dei pedoni, veramente difficile pensare possa essere usato anche da ciclisti».
A tutto questo si aggiunge un altro tema, «fondamentale, quello della sicurezza degli utenti della pista ciclopedonale.  Nel corso della serata da noi organizzata lo scorso mese di gennaio a Riva , Fulvio Zezza , geologo di fama internazionale, ha messo in luce che le opere di difesa solo parzialmente possono garantire adeguati livelli di sicurezza. Il nostro pressante invito alla Provincia - affermano - è di non ripetere gli errori che riscontriamo nell’opera realizzata in territorio di Limone. Dagli ultimi riscontri avuti con l’ assessore provinciale trentino alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi e con i progettisti dell’opera per la parte trentina, siamo stati rassicurati. Per i primi lotti a partire da Riva, che dovrebbero andare in appalto entro fine anno, ci pare che l’ approccio progettuale sia ben diverso ovvero più attento alla sicurezza, alla funzionalità dell’opera e alla tutela del paesaggio. Confidiamo e chiediamo con forza - concludono gli attivisti - che queste garanzie siano assicurate attraverso un  progetto unitario per i tratti ancora da progettare sia nella parte trentina sia per quelle bresciana e veronese. Dunque il modello adottato nel comune di Limone rischia veramente di restare un tratto a sé stante, con caratteristiche funzionali e di sicurezza ridotte rispetto al resto del Garda trentino e al lago».

 

qui il video con ripresa aerea

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