«In volo le differenze non ci sono» Chiara, 4 anni dopo l'incidente
Quattro anni fa, sulla tangenziale di Arco, un grave incidente ha cambiato per sempre la vita di di Chiara Soma, ora ventottenne, costringendola purtroppo a convivere con una paralisi agli arti inferiori. Ma lei non ha (quasi) mai smesso di sorridere e qualche giorno fa quel sorriso è diventato ancora più grande e sincero sulla sella di un parapendio.
«La mia vita è cambiata totalmente - racconta Chiara - ma ora sto bene, devo seguire alcune terapie e dei cicli di fisioterapia, non posso lamentarmi. Ci sono cose che mi mancano, ma ne esistono tante altre che prima non avevo».
Il coraggio da vera leonessa non le è mai mancato, tanto che una decina di giorni fa ha deciso di spiccare il volo, un modo alternativo per ammirare a pieni polmoni la cima delle montagne superate in questi anni.
«Una mia cara amica lavora alla scuola di volo “Montegrappa Tandem Team” di Bassano del Grappa, dove degli istruttori sono in grado di usare l’attrezzatura necessaria al trasporto di persone con difficoltà motorie. Non me lo sono fatta dire due volte. La preparazione è identica a quella di una persona autonoma, nel mio caso è stato aggiunto un carrello in fase di decollo per simulare la corsa che, ovviamente, non sarei in grado di fare». Chiara non ha avuto alcun timore anzi, più in alto sta meglio si sente. «Ero più preoccupata ad arrivare in auto da sola fino a Bassano - dice scherzosamente - comunque, lasciata la terra, ho provato una senso di libertà assoluta. In aria tutte le differenze si annullano, restano il cielo e le mille prospettive da contemplare. Ho provato anche monosci ed handbike, in estate ho seguito dei corsi per navigare in barca a vela».
Anche lei però ha dovuto scontrarsi con le difficoltà quotidiane causate dalle barriere architettoniche. «Quando dopo anni di riabilitazione impari a cavartela da sola - sottolinea - dipendere da altri per un gradino, là dove potrebbe esserci una rampa, è parecchio frustrante. Spesso è l’ambiente circostante a fare della disabilità un handicap, non il contrario. Alcuni mesi fa ho trovato un annuncio lavorativo. Arrivata all’ufficio, ho notato un gradino davanti alla porta di ingresso che di fatto mi impediva di entrare. Dopo aver bussato per richiamare l’attenzione, l’impiegata ha cercato più volte di aiutarmi a scavalcare l’ostacolo. Conclusione: ho parlato di una potenziale offerta lavoro in un angolo del marciapiede».
Nonostante ciò, Chiara non si ferma. Allegria, determinazione e una grande forza di volontà non solo la rendono una delle giovani donne più combattive che si possano conoscere, ma anche un esempio di come sia possibile trovare un lato positivo in ogni circostanza. «A ogni foto sorridente sui miei social, corrispondono spesso momenti in cui non vorrei neanche alzarmi dal letto. La felicità è sì un’attitudine, ma anche una scelta che necessita dedizione, costanza ed impegno. Una volta che riesci ad infilare un piumone nella sua federa da seduta, esclusivamente con le braccia, decollare con il parapendio ti sembrerà uno scherzo! Sono le persone che mi stanno accanto e a cui voglio bene la mia fortuna. Sono solo una ventottenne che cerca di rimettere assieme la sua vita, se conoscere la mia può risultare utile anche solo a una persona, ne sono davvero felice».