Una nuova mega funivia Riva-Ledro: per la Provincia si fa con i soldi del Recovery
L’idea e il progetto sono nel cassetto già da un po’. I soldi invece potrebbero essere messi a disposizione a breve. Grazie alle risorse comunitarie del Recovery Fund, declinate a livello nazionale con il «Piano di ripresa e resilienza», la funivia di collegamento tra il lago di Garda e quello di Ledro potrebbe uscire dalla carta e trasformarsi in realtà.
Tra le 32 proposte prese in considerazione dalla Provincia di Trento e inserite nella lista delle opere destinate a beneficiare dei fondi europei - una vera e propria cascata di euro per un importo complessivo che supera i 2 miliardi (per l’esattezza, 2.033,5 milioni), pari a circa l’1% dei 209 miliardi destinati dall’Ue al nostro Paese per sostenere la ripresa post-Covid - spicca infatti anche il progetto funiviario ledrense, contemplato dalla Provincia in una delle 6 aree di intervento previste dal Pnrr, inviate a Roma ancora il 22 settembre scorso e ora in attesa di riscontro.
L’idea di un collegamento «green» su fune tra la valle di Ledro e la Busa, alternativo alla vecchia strada del Ponale e all’asse viario in galleria «Agnese-Dom», era stata lanciata ancora nel 2014 da «Ledro Domani», un’associazione nata grazie al contributo di imprenditori, professionisti e giovani laureati locali, trovando il benestare dell’amministrazione comunale guidata da Girardi, che anche nel piano programmatico per il quinquennio 2020-2025 ha confermato l’auspicio verso una mobilità alternativa tra la valle e il Garda, e l’interesse della Comunità di valle, che però aveva congelato il progetto considerando solo la sua valenza turistica e non la fruizione da parte dei locali, ma soprattutto il «niet» dell’amministrazione rivana di Mosaner al suo inserimento nel Piano territoriale comunitario.
«Abbiamo sempre appoggiato l’idea della funivia ma riteniamo che in questo momento sia prioritario piuttosto il progetto del tunnel di bypass dell’abitato di Molina, per sollevare così un tratto stradale oggi troppo congestionato, critico e non più sostenibile - fa sapere l’assessore alla viabilità del Comune di Ledro Roberto Sartori - Non sapevamo che la proposta della mobilità su fune fosse stata inserita nell’elenco delle opere destinate al “Pnrr”: nei mesi scorsi, in occasione di una videoconferenza, il presidente Fugatti ci aveva chiesto delle informazioni, ma nulla più. Se questi fondi dovessero arrivare, ben vengano, ma da parte nostra verrà in ogni caso data priorità alla circonvallazione sotto e non sopra la montagna».
Ancora poco chiaro come avverrà la distribuzione territoriale delle ingenti risorse europee, né quanti e quali dei progetti inviati a Roma da piazza Dante saranno effettivamente finanziati. Ed è per questo che anziché concentrare le risorse su alcune opere o progetti strategici, la Provincia ha deciso di inserire nella lista per il Pnrr di tutto un po’, sperando che nella rete gettata rimanga incastrato qualche grosso pesce.
Le proposte progettuali inviate al Governo sono state suddivise in sei diversi capitoli: Digitalizzazione e competitività del sistema produttivo (8 i progetti trentini per un totale di 387,3 milioni di euro); Rivoluzione verde e transizione ecologica (riguarda la riconversione ambientale di impianti, infrastrutture e mobilità, ovvero 15 progetti per un totale di 796,2 milioni di euro); Istruzione e ricerca (3 progetti per un totale di 108 milioni); Equità sociale e territoriale (103 milioni); Salute (3 progetti per un totale di 328,5 milioni di euro, con il Not di Trento a fare la parte del leone); ed infine Infrastrutture per la mobilità, che comprende sia le opere per la viabilità (per 220,5 milioni di euro), sia i collegamenti funiviari (per 90 milioni), tra cui compare anche quello di collegamento tra Riva e Ledro.