«Ponale a pagamento? Il sindaco di Ledro stronca l'idea: «La storica via resti gratuita e l’Apt non faccia politica»
Renato Girardi boccia senza riserve l'ipotesi che ha trovato il sostegno di Silvio Rigatti, presidente dell'Apt: «Tutti i sindaci della Comunità di valle, con Ledro capofila, hanno messo in campo una proposta diversa, con la richiesta alla Provincia di far diventare il percorso una ciclopedonale»
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LA VIA Sentiero del Ponale: nuova segnaletica soccorsi più efficaci
ALTO GARDA. L'idea, non nuovissima, è riemersa una decina di giorni fa durante il convegno rivano sul «Turismo (In)sostenibile»: trovare il modo di limitare l'accesso sulla Ponale.
Prima di tutto perché così strapiena di gente la storica strada - oggi sentiero attrezzato - non piace più prima di tutto ai residenti, che iniziano a non frequentarla. Un concetto che ha trovato in Silvio Rigatti, presidente Apt, un sostenitore, pur rimanendo nel campo delle ipotesi e del dibattito sul turismo del futuro.
Le reazioni però non sono mancate e tra queste se ne registra una ufficiale che sembrerebbe voler stroncare ogni discorso di questo tipo.
Arriva dalla val di Ledro (la Ponale è per gran parte sul territorio ledrense) ed è firmata dal sindaco Renato Girardi. «Pensare la Ponale a pagamento è un'idea sbagliata - dice - anzitutto perché tutti i sindaci della Comunità di valle dell'Alto Garda, con Ledro capofila, hanno messo in campo una proposta diversa, con la richiesta alla Provincia di farla diventare una ciclopedonale, con garanzie di manutenzione e sicurezza adeguate. In secondo luogo, perché a proporre l'idea è l'Apt Garda Trentino che, se da un lato è certamente parte del dibattito pubblico sul tema, in questa occasione ha forse travalicato il proprio ruolo, spingendosi a intervenire su argomenti che competono alla politica e non alla promozione turistica.
Terzo tema è quello della qualità turistica e forse, qui, chi propone il biglietto sulla Ponale parte dalla coda del problema e non dalla sua origine.
Giusto, certo, puntare sulla qualità alzando l'offerta delle strutture ricettive, punendo chi non rispetta le regole, dando la giusta attenzione anche al mercato degli appartamenti turistici dove si trovano operatori validi e di assoluta qualità affiancati a chi, purtroppo, si improvvisa e agisce in ottica esclusivamente individuale con aggravi insostenibili al sistema. Ma se per alzare la qualità si istituiscono dazi e biglietti, allora - ed è chiaro che sto dicendo un'assurdità - perché non mettere la stanga a passo San Giovanni o i tornelli in spiaggia a Riva?».
Ma non finisce qui: «La Ponale - rincara Girardi - è da sempre patrimonio collettivo ed è giusto che tale rimanga. Inoltre, se parliamo di mobilità sostenibile, applicando il biglietto di ingresso il probabile effetto sarebbe quello di scoraggiare chi raggiunge Ledro in bici e a piedi dando ulteriore impulso, al contrario, a chi si muove con l'automobile. E aggiungo un tema importantissimo: se si fa pagare un biglietto, chi risponde di eventuali incidenti? Sappiamo che le manutenzioni ci sono, ma sappiamo anche bene che la caduta di massi, sulla Ponale, è una eventualità ben presente.
Per capire la Ponale bisogna partire da molto indietro e non dimenticarsi della storia. Quando fu costruita nel 1851, per la Valle di Ledro cambiò tutto. Fu anche teatro di battaglie e fortificazioni che rimangono ancora oggi capolavori di ingegneria bellica. Per i ledrensi è stata la via d'accesso fino al 1989: fino all'apertura del tunnel "Agnese" che diede una moderna risposta all'aumentare dello sviluppo e del traffico pesante. Con una vicenda travagliata iniziata con una chiusura totale, per merito del comitato Giacomo Cis - appoggiato da tutta la Comunità Alto Garda e Ledro - c'è stata poi la sua riapertura come sentiero. Nella fase in cui è rimasta chiusa c'è stata grande sofferenza nel cuore dei ledrensi.
Ma oggi, tutto sembra ridotto a un mero discorso economico: l'Apt vuole incamminarsi nel turismo di "qualità e altospendente". Qui vorrei dire: è così sicuro che chi spende tanto faccia qualità? Dove sta la bontà del pensiero di impedire a turisti "normali" di venire su un territorio?».
Poi l'affondo: «L'Apt, cofinanziata con soldi pubblici, deve promuovere il territorio in maniera adeguata e può suggerire soluzioni tecniche a problemi specifici. Ma le questioni politiche le deve lasciare ai politici, che sono espressione del popolo che li ha eletti. Non deve diventare antagonista, mettendo in difficoltà gli amministratori e imponendo visioni al di fuori della propria competenza». D. P.