Crollo nella galleria Dom, pendolari nel caos: “La situazione potrebbe essere peggiore di quanto sembra”
La preoccupazione del sindaco di Ledro. Oggi vertice tra gli amministratori locali e i dirigenti provinciali per fare il punto sulla situazione. Nella migliore delle ipotesi si parla di martedì o mercoledì per un eventuale transito a senso unico e forse a fasce orarie: significa che per ora chi lavora a Riva, in Busa o verso Rovereto e il Garda, dovrà compiere il giro da Storo, Tione, Ponte Arche e Tenno
LEDRO. «Da quello che mi hanno detto in serata - riferiva ieri sera, domenica 5 novembre, il sindaco di Ledro, Renato Girardi - la situazione potrebbe rivelarsi peggiore di quanto sembrava». Il primo cittadino della valle è rimasto in contatto per tutto il giorno coi dirigenti dei Servizi provinciali intervenuti assieme ai geologi nella galleria «Dom» già l'altra notte e poi ieri. «Ogni possibilità di riapertura, per quanto parziale, dipende dagli esiti dei monitoraggi che stanno compiendo in queste ore - dice Girardi - se dovesse emergere che la struttura non è ferma i tempi si allungheranno inevitabilmente. Ringrazio la Provincia per la risposta tempestiva che ha dato dopo il crollo, ora bisogna affidarsi a loro per ogni valutazione sulla transitabilità del tunnel».
«La priorità - aggiunge la sindaca di Riva, Cristina Santi - non può che essere la sicurezza delle persone. Capisco il disagio enorme che si crea per tanti residenti in valle, ma non si può aprire se prima non si è certi della sicurezza. Non è deto che basti puntellare la volta per far passare la gente senza rischi. Lo sapremo nelle prossime ore. Anche da parte mia, se si potesse, riaprirei subito. Mi rendo conto di quello che comporta la chiusura del tunnel per Ledro: ambulanze, pendolari, studenti, ma anche i vigili del fuoco che devono essere autonomi in valle. Speriamo si risolva».
In giornata Santi e Girardi parteciperanno a un vertice con i dirigenti provinciali per fare il punto della situazione. Ma nella migliore delle ipotesi si parla di martedì o mercoledì per un eventuale transito a senso unico e forse a fasce orarie. Significa che per ora chi lavora a Riva, in Busa o verso Rovereto e il Garda, dovrà compiere il giro da Storo, Tione, Ponte Arche e Tenno.
Circa 85 chilometri di strada di montagna, un'ora e mezza per chi vive a Tiarno, quasi due ore per chi abita a Molina. «Mi ricordo quando era successo qualcosa di simile tanti anni fa - dice Girardi - si prendeva il bus alle 5 del mattino per essere a scuola a Rovereto alle 8. Figuratevi».
Un'alternativa potrebbe essere valutata nelle prossime ore. Quella di accompagnare con una navetta i pendolari e gli studenti fino all'uscita della «Agnese» per farli proseguire poi a piedi verso Riva. Anche la Ponale sarebbe percorribile da una navetta, ma figura come sentiero, dal punto di vista normativo non può essere utilizzata.