Ledro / Il caso

Fiaccolata per “salvare” l'abete del Papa: «Francesco ci aiuti, si risparmi il Gigante Verde»

Di notte con le torce per cingere in un abbraccio un abete per contestare il taglio di una pianta destinata al Vaticano per abbellire piazza San Pietro a Natale.

ESPERTA "L'albero per il Papa? È parte di una gestione corretta dei boschi"
IL SINDACO "Stanno rovinando la festa per una pianta"
IL CASO A rischio l'albero di Natale per il Papa: una petizione

TRENTO. Hanno portato le torce, giacche calde, guanti e cappelli di lana e di notte, con temperature già sotto lo zero, hanno cinto in un abbraccio un abete per contestare il taglio di una pianta destinata al Papa per abbellire piazza San Pietro a Natale.

Si tratta di un gruppo che vuole salvare dal taglio l'albero bicentenario: "È un'usanza che va superata per il bene dell'ambiente. Per questo rivolgiamo un appello accorato a Sua Santità affinché risparmi il nostro Gigante Verde".

Su chiange.org è stata fatta una petizione contro l'abbattimento che ha già raccolto più di 50mila sottoscrizioni e la notizia del possibile 'abetificio' ha fatto il giro del mondo. "Chiediamo a Sua Santità di scongiurare questo taglio e di venire da noi in Valle a visitare la bellezza di questo luoghi", dice Lorenzo.

Da Ledro arriva anche una suggestione per il Vaticano: "Perchè non pensare di realizzare un albero artistico permanente con legna derivante dagli alberi caduti a causa degli eventi climatici, come è stato fatto a Molveno? Un eventuale messaggio in tal senso dal pontefice sarebbe davvero un segnale di cambiamento. Le sue parole sono ascoltate in tutto il mondo".

Il 15 novembre, la fiaccolata intorno all'abete: "Eravamo noi, la luna e il freddo - raccontano i cittadini - Il nostro è stato un cerchio a mo' di protezione simbolica dell'albero. Ribadiamo ancora una volta l'assurdità della violenza gratuita su un essere vivente ignaro e indifeso per qualche ridicolo selfie in una festa che vorrebbe ricordare e celebrare una nascita con un'agonia".

Nella Valle i residenti spiegano che i problemi del luogo in cui vivono sono tanti e che "destinare 60mila euro all'abbattimento dell'albero significa sperperare risorse preziose che dovrebbero essere destinate ai servizi importanti: qui mancano i medici di base, le analisi del sangue, e nemmeno tutte, si possono eseguire solo due giorni alla settimana", spiega Carla.

"I trasporti sono praticamente inesistenti - aggunge Gloria - e ci sono pochissime corse e quasi tutte concentrate sugli orari per gli studenti. La galleria che porta a Riva del Garda è crollata, fortunatamente non ci sono state vittime, ma la sensazione, quando piove molto, è di fare la fine dei topi. Le infiltrazioni di acqua passano anche sotto il manto stradale che ormai è tutto una gobba".

Non solo, fa eco Giovanni, "da febbraio ad oggi non è stato ancora ripristinato il percorso ciclopedonale e quindi tutti i turisti che fanno il giro del Lago devono passare sulla statale con i pericoli che ne conseguono".

Marco, studente universitario, lamenta che "la biblioteca è aperta solo 23 ore alla settimana" mentre Alessia sottolinea che "portare un albero di Natale, simbolo di pace, con un elicottero, un mezzo dell'esercito è un ossimoro che merita di essere sottolineato". 

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