Ragazza in stato vegetativo, la famiglia chiede di staccare le macchine: il tribunale dice no
Samantha ha riportato danni neurologici dopo un intervento chirurgico sei mesi fa
EUTANASIA Assolti anche in Appello a Genova Welby e Cappato
BELLUNO. Sta attendendo di poter leggere nel dettaglio le ragioni per le quali il Tribunale di Belluno ha risposto negativamente alla sua richiesta di fermare le macchine che tengono in vita la figlia Giorgio D'Incà, padre di Samantha (foto), 30 anni, di Feltre (Belluno) da quasi sei mesi in stato vegetativo all'ospedale "San Martino", di Belluno.
La giovane donna, dopo un banale intervento ad un arto, in seguito a complicazioni del tutto impreviste, aveva riportato danni neurologici tali da renderla sostanzialmente inerte, e nell'impossibilitata di sopravvivere senza l'assistenza di dispositivi tecnologici esterni.
"Nella nostra istanza - spiega D'Incà - era allegata una consulenza redatta dal neurochirurgo altoatesino Leopold Saltuari, secondo il quale al termine di un periodo riabilitativo di alcuni mesi Samantha avrebbe potuto al massimo arrivare a deglutire da sola. Ma tutti gli istituti interpellati dall'azienda sanitaria di Belluno hanno rifiutato di prendere in carico il caso".
La vicenda, che riporta alla memoria il caso di Eluana Englaro, è seguita anche dall'associazione Luca Coscioni.
La lettura del pronunciamento del giudice è attesa a giorni.