L’inchiesta / Bassano

Uccisa nel camper dove viveva, sotto torchio il compagno: Giulia Rigon era di Asiago

Il corpo senza vita della 31enne trovato all'interno di un camper a Bassano del Grappa. Interrogato per ore dai carabinieri il compagno della vittima

BASSANO. Trovata morta dentro il camper in cui viveva, con una ferita alla fronte, segno di un colpo violento, forse inferto con un oggetto contundente. Ha in potenza i segni del femminicidio la fine di Giulia Rigon, 31 anni, vicentina originaria dell'Altopiano di Asiago, scoperta cadavere ieri, domenica 19 dicembre, nel vecchio camper Fiat “Arca” di colore bianco dove passava le giornate assieme al compagno, un 28enne di origine brasiliana. E' stato lui a dare l'allarme, stamane, chiamando il 118 e sostenendo che la compagna era caduta. Ma le lesioni, dopo i primi riscontri medici, sembrerebbero non compatibili con l'esito di una caduta; piuttosto con un colpo sferrato con qualcosa alla testa della vittima. L'indagine è aperta per l'ipotesi omicidio.

L'uomo è stato portato in caserma, e per lunghe ore è stato sentito, prima dai Carabinieri e poi dal pm Serena Chimichi, dopo aver effettuato un sopralluogo nell'area del delitto. L'uomo, però, si dichiara innocente, e continua a ripetere che la morte di Giulia è stata dovuta alla caduta. La scena del delitto è un'area di sosta per automezzi in via Capitelvecchio a Bassano. Alle spalle dello spiazzo, alcuni capannoni e qualche casa. Nel parcheggio, oltre al mezzo della coppia, sostano spesso altri camper, lasciati lì dai proprietari in attesa della bella stagione. Ma per Giulia e il suo compagno, entrambi senza fissa dimora, quel camper era la casa dove trovare riparo dal freddo dell'inverno.

Secondo una prima ricostruzione, la coppia aveva trascorso anche quest'ultima notte nel camper. Sul posto, subito dopo l'allerta, sono arrivati i Carabinieri di Bassano, con la Scientifica, e il medico legale. Poi è giunto il magistrato che dovrà far luce su un fatto di sangue che, questa volta, potrebbe essere iscritto anche in una storia emarginazione e di disagio sociale. E se il Veneto entra a pieno titolo nel 2021 nella tragica conta lista dei femminicidi, la provincia di Vicenza è stata quella con i numeri più alti.

Da settembre, infatti, questo potrebbe essere il terzo femminicidio nel vicentino, dopo quelli della nigerina Rita Amenze, uccisa dal marito a colpi di pistola il 10 settembre davanti all'azienda dove lavorava, a Noventa, e la 21enne Alessandra Zorzin, ammazzata con un colpo d'arma da fuoco in volto il 15 settembre, a Montecchio Maggiore dal fidanzato, Marco Turrin, che dopo la fuga si era suicidato. 

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