Olimpiadi 2026, Zaia annuncia il rifacimento della pista da bob a Cortina: 61 milioni. Ambientalisti contrari: dopo i Giochi sarà inutile
Il presidente del Veneto ha spiegato che si tratterà di un intervento minimalista, senza altro consumo di suolo, per "riqualificare" lo storico impianto delle Olimpiadi bellunesi del 1960. Ma le associazioni (fra le quali Cai, Peraltrestrade Dolomiti e Mountain Wilderness) chiedono che l'area venga sistemata diversamente e che le gare olimpiche si svolgano in piste esistenti, per esempio a Innsbruck
BELLUNO. Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha presentatoe difeso il contestato progetto della pista da bob, slittino e skeleton a Cortina, un impianto da ricostruire in vista dei Giochi olimpici 2026 e che poi, ha detto il numero uno della giunta, sarà utilizzato per altre manifestazioni di alto livello nelel tre discipline.
"Oggi - ha detto Zaia - ridiamo vita a un cadavere eccellente che diventerà l'icona dei giochi olimpici e paralimpici di Milano Cortina 2026.
A distanza di 70 anni dalla prima Olimpiade di Cortina, la Regina delle Dolomiti tornerà a risplendere nel segno della sostenibilità e della legacy, consegnando alle giovani generazioni dei giochi essenziali ma proiettati nel futuro.
Con queste Olimpiadi si deciderà, infatti, l'avvenire e lo sviluppo della montagna veneta e Cortina sarà al centro di questo rinascimento con le discipline del bob e dello slittino che sono parte della propria storia sportiva e quindi della propria identità".
Con Zaia, che ha parlato della montagna bellunese dalla laguna di Venezia, in occasione del punto stampa a palazzo Balbi, c'era il membro italiano del Cio, Ivo Ferriani, presidente della Federazione internazionale di bob e skeleton.
Zaia ha annunciato che presenterà la candidatura per tutta una serie di competizioni a partire dalla Coppa del Mondo del 2027 e per richiedere il riconoscimento della disciplina del bob paralimpico già nell'edizione del 2026.
"La pista di Cortina - ha continuato - non sarà solo un'infrastruttura ma diventerà l'emblema di questi giochi a cinque cerchi, che ritornano in Europa assumendo una dimensione più naturale e sostenibile. Questo impianto, tra l'altro, vede anche il sostegno del governo: è di questa notte l'emendamento che finanzia totalmente i 61milioni del costo della pista. Quindi la Regione potrà utilizzare le risorse stanziate in bilancio per altre partite".
Il presidente della Ibsf ha sottolineato il legame tra sport e turismo che sarà il fulcro della nuova pista da bob di Cortina che punta non solo a destagionalizzare, ma anche a creare un sistema integrato con gli sportivi attivi in questo progetto.
"Abbiamo condiviso questo progetto - ha commentato Ferriani - con il presidente Zaia nello spirito di offrire alla montagna veneta una grande opportunità che non si esaurirà con le Olimpiadi del 2026. La Federazione internazionale è al fianco di questo progetto e intende garantire tutta una serie di competizioni per mantenere viva l'attenzione sulle discipline veloci dimostrando anche che sapremo fare molto con poco".
Durante la conferenza stampa sono stati riassunti i punti dello studio di fattibilità condotto per scegliere come e dove svolgere le gare di bob, parabob, slittino e skeleton dei Giochi Olimpici 2026. È stato deciso di riqualificare la pista esistente a Cortina d'Ampezzo; il rifacimento della pista avverrà su area già dedicata a funzione sportiva, senza aumento del consumo di suolo, e permetterà di recuperare un'area centrale in comune di Cortina, oggi dismessa e abbandonata, ripulendola dei vecchi impianti, che saranno correttamente smaltiti. In più, secondo gli organizzatori, la riqualificazione della pista "Eugenio Monti" porterà ad avere a Cortina d'Ampezzo l'unica pista a norma in Italia per gare nazionali ed internazionali.
Gli interventi si stima costeranno 61 milioni di euro, cifra che comprende anche la demolizione e smaltimento dell'attuale pista e le opere di mitigazione.
Si dovrà accelerare, per realizzare l'impianto in tempo utile, entro dicembre 2024, per poi poter procedere a tutte le operazioni di collaudo da parte delle Federazioni.
Ma il mondo ambientalista bellunese (e non) criticala scelta di ripristinare con questo progetto la pista da bob: "In data 29 ottobre la giunta regionale del Veneto, dopo l'esame di uno studio di fattibilità, sentito il Comune ampezzano e la Provincia di Belluno, ha preso la decisione di “riqualificare” la pista da bob Eugenio Monti.
Ecco la grande bugia perché, date le caratteristiche tecniche attuali e lo stato in cui si trova ora, non basterà una “riqualificazione”. Per le Olimpiadi la pista dovrebbe essere completamente rifatta e quindi non si utilizzerebbe un'infrastruttura esistente, come invece hanno dichiarato i proponenti nel Dossier di candidatura Milano - Cortina 2026", scrivono in un comunicato stampa Mountain Wilderness Italia, Wwf Terre del Piave Belluno-Treviso, Italia Nostra di Belluno, l'Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”, il Gruppo promotore Parco del Cadore e l'associazione Peraltrestrade Dolomiti.
"La nuova pista - aggiugono - costerà, secondo le ultime dichiarazioni, 61 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti gli oneri di gestione per almeno dieci anni, che la Regione Veneto si è impegnata a sostenere.
Il rischio concreto è che l'Italia ripeta l'errore fatto per Torino 2006: la pista da bob di Cesana è stata utilizzata solo in occasione delle Olimpiadi e subito dopo abbandonata in quanto economicamente non sostenibile. Anche allora gli ambientalisti avevano proposto di gareggiare nelle strutture preesistenti della vicina Albertville, ma non c'era stato niente da fare.
Oggi, per Cortina, la situazione è identica.
Gli ambientalisti, che hanno diffuso anche un dossier fotografico, propongono che per le gare olimpiche si utilizzi l'impianto esistente di Innsbruck (con costi assai ridotti) evitando di investire milioni di euro in un'opera di cui non si sente la necessità. La montagna bellunese non ha bisogno di cattedrali nel deserto e lo stesso CIO ha espresso perplessità sul rifacimento della pista di Cortina.
La pista da bob "Eugenio Monti" potrebbe anzi essere conservata e valorizzata quale infrastruttura di interesse architettonico e storico, testimonianza delle Olimpiadi del 1956, all'interno di un'area rinaturalizzata con un progetto ad hoc. Fare una struttura nuova in quei luoghi, significherebbe cancellarne la traccia, perché la vecchia pista verrebbe smantellata.
Anche i campi da tennis, tra l'altro, sarebbero molto probabilmente sacrificati.
Quante buone cose, e più socialmente utili, si potrebbero fare con quei 61 milioni? E quante aspettative attese da anni da questo territorio potrebbero venire finalmente soddisfatte?".
Alcune associazioni, fra le quali le firmatarie del comunciato ma anche il Club alpino italiano (Cai)= e altre, hanno lanciato anche una petizione online contro il progetto della nuova pista e per una diversa destinazione dell'area interessata.