"In montagna gli effetti più disastrosi dei cambiamenti climatici"
Il presidente della Provincia di Belluno, Padrin: "Le temperature negli ultimi giorni hanno raggiunto i 10 gradi a 3 mila metri, siamo di fronte a un nemico oscuro da combattere". L'esperto Renato Colucci (Cnr): "L'ondata di calore crea le condizioni per distacchi di questo tipo. Da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono molto al di sopra dei valori normali"
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BELLUNO. "Il cambiamento climatico, con temperature che negli ultimi giorni hanno raggiunto i 10 gradi a 3mila metri è un nemico oscuro contro cui combattere. In montagna stiamo purtroppo vedendo gli effetti più disastrosi".
Così il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, in merito alla tragedia verificatasi sul ghiacciaio della Marmolada, dove è caduta una valanga di grandi dimensioni, travolgendo diverse cordate di alpinisti.
"Confidiamo nel miracolo e soprattutto nelle capacità e nelle competenze di tutti coloro che stanno operando in Marmolada affinché il bilancio finale sia il meno negativo possibile".
Sulle cause all'origine della tragedia sulla Marmolada, che ha causato almeno otto vittime e sei feriti (ma è da verificare il numero dei dispersi), interviene anche Renato Colucci, dell'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp): "Possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l'inverno socrso c'è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali".
"Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall'Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio", rileva l'esperto in una nota diffusa dal Cnr.
"Siamo quindi - prosegue - proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo". Secondo Colucci non ci sono ancora le condizioni per capire "se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute".
L'esperto rileva infine che "l'atmosfera e il clima, soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio" e "purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni". Anche per questa estate, conclude, "dobbiamo mantenere la massima attenzione".