Pale di San Martino, escursionista in crisi cardiaca salvata con il defibrillatore dai rifugisti: «Minuti interminabili»
È accaduto al rifugio Mulaz (Falcade), l'intervento del primierotto Sebastiano Zaginel e della sua compagna Beatrice Depaoli ha evitato il peggio a una turista tedesca, poi trasportata dall'elisoccorso all'ospedale San Martino di Belluno
FALCADE. Salvata dall'immediato intervento dei gestori del rifugio. Grazie al defibrilaltore un'escursionista tedesca, colpita da una crisi cardiaca, è stata rianimata dopo un malore avuto appena giunta per il pernottamento al rifugio, quota 2.571, sul versante bellunese delle Pale di San Martino, al confine trentino.
Sebastiano Zaginel, guida alpina di Tonadico, che gestisce il rifugio con la compagna Beatrice Depaoli, ha raccontato poi i minuti drammatici di quell'intervento di salvataggio reso possibile dal dispositivo di cui la struttura è dotata da un paio d'anni.
La turista, 61 anni, è stata poi presa in carico dai soccorritori, giunti con l'elicottero, e trasportata all'ospedale San Martino di Belluno.
Il rifugio Cai “Giuseppe Volpi” , ai piedi della cima del monte Mulaz, è una meta affascinante del gruppo delle Pale, raggiungibile per le vie più brevi dal passo Valles o dalla val Venegia.
Per un paio d'anni quel defibrillatore fortunatasmente non era servito, l'altra sera invece la sua presenza al rifugio è stata determinante. Lo stesso vale per i molti altri luoghi in cui si trovano questi dispositivi salvavita, comprese palestre o altri campi di gioco.
«Sono stati minuti veramente interminabili. Mentre la mia compagna è andata a prendere il defibrillatore io ho iniziato a praticargli il massaggio cardiaco e poi ho messo in pratica tutte quelle cose che avevo imparato partecipando ad un corso di primo soccorso organizzato dal Cai di Feltre e che era condotto dalla dottoressa Lara Pilotto che in questo caso deve ringraziare perché i suoi insegnamento sono stati in questo caso veramente importanti», ha raccontato il rifugista e guida alpina primierotto al quotidiano locale Il Gazzettino.
Subito dopo sono seguite le scosse con il defibrilaltore automatico, che hanno riportato alla vita l'escursionista germanica.
Un episodio finito bene, che conferma quanto è importante la dotazione di strumenti e la formazione di primo soccorso per chi gestisce i rifugi alpini.