Tempesta solare e aurora boreale: anche le Dolomiti si tingono di rosa
Ecco un'immagine scattata ieri notte sull'Ortles (Alto Adige) dal meteorologo della Provincia di Bolzano Dieter Peterlin. Sabato 11 maggio, l'apice della tempesta geomagnetica, con possibili interferenze sui sistemi di telecomunicazione e sulle reti elettriche - LE FOTO
IL FATTO La Terra si prepara all'arrivo di una forte tempesta solare
TRENTO. L'aurora boreale che nella notte tra venerdì e sabato si è osservata in molte parti del mondo è stata visibile anche sulle Dolomiti.
In questo caso, a condividere uno scatto dell'Ortles (Alto Adige) è stato il meteorologo della Provincia di Bolzano Dieter Peterlin. "L'aurora boreale è ora visibile anche in Alto Adige, a volte anche ad occhio nudo! Uno spettacolo molto raro alle nostre latitudini", ha scritto Peterlin sui social.
L'aurora boreale è connessa, in questo caso, alla forte tempesta solare i cui primi effetti si sono manifestati appunto ieri sera, venerdì, mentre quelli più intensi sono previsti nella giornata di oggi, sabato 11 maggio.
Sono possibili interferenze, a causa del fenomeno, in particolare con le trasmissioni basate su onde elettromagnetiche, comprese le comunicazioni a livello di traffico aereo.
La tempesta geomagnetica può causare l'interruzione temporanea delle trasmissioni radio ad alta frequenza, può danneggiare i satelliti di trasmissione, provocare disagi più generali nei servizi di telecomunicazione (le onde usate dai telefonini, per esempio) e problemi alle reti elettriche.
Il Centro di previsione meteorologica spaziale dell'agenzia statunitense Noaa ha aumentato il livello previsto per la tempesta a quello G4, il secondo più alto sulla scala, che prevede impatti sulla rete elettrica, sui sistemi di navigazione satellitare come il Gps e problemi a satelliti e veicoli spaziali, oltre alla maggiore probabilità di poter ammirare le aurore boreali anche a basse latitudini.
"La tempesta potrà iniziare già oggi e proseguirà poi nella giornata di domani. Ma l'attività solare si manterrà intensa anche nel prossimo periodo, ci stiamo avvicinando al picco", dice Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all'Università di Trieste.
La tempesta è dovuta all'intensa attività di un gigantesco gruppo di macchie solari, chiamato AR3664, che si estende per circa 200.000 chilometri, dunque 16 volte circa le dimensioni della Terra. Si tratta di una delle regioni più grandi e attive osservate in questo ciclo solare, che è iniziato a dicembre 2019. La sua estensione lo mette in grado di rivaleggiare con un altro enorme gruppo di macchie solari, quello di Carington, che fece sentire i suoi effetti tra agosto e settembre 1859, provocando incendi negli uffici del telegrafo e innescando aurore vicino all'equatore.
"La regione AR3664 è caratterizzata da una grande complessità, con campi magnetici molto intensi che causano una situazione particolarmente instabile - osserva Messerotti - ed è così grande che è visibile anche ad occhio nudo, ovviamente sempre con un'adeguata protezione".