Attentato di Cima Vallona: ricordati i 4 militari uccisi dai terroristi
Ieri, domenica 30 giugno, sui monti del Comelico (Belluno) l'omaggio istituzionale alle vittime della bomba del 25 giugno 1967 di matrice indipendentista tirolese
BELLUNO. È stata commemorata ieri, domenica 30 giugno, la strage di Cima Vallona, avvenuta nel territorio della Val Comelico, in provincia di Belluno, che 57 anni fa vide la morte di quattro militari in un attentato terroristico ritenuto di matrice indipendentista tirolese, attribuito alla mano di militanti tedeschi e austriaci.
A ricordare i militari caduti c'era anche il senatore e coordinatore veneto di Fratelli d'Italia, Luca De Carlo e il vicepresidente della Provincia autonoma di Bolzano, Marco Galateo.
"Finalmente - commenta De Carlo - abbiamo potuto nuovamente registrare la partecipazione di un membro dell'amministrazione provinciale di Bolzano: la pesante assenza di una rappresentanza istituzionale altoatesina che da tempo denunciavamo è stata quindi colmata. Ringrazio Galateo per la sua presenza, che rappresenta un grande segnale verso la consapevolezza. L'aver onorato assieme i caduti - conclude - è un passo importante verso la condivisione della verità storica e la condanna di un passato violento".
La responsabilità del tragico attentato fu attribuita al Bas (Befreiungsausschuss Südtirol, Comitato per la liberazione del Sudtirolo), gruppo terroristico che negli anni Cinquanta e Sessanta fu autore di numerosi atti violenti.
Uno dei più cruenti fu proprio l'uccisione di quattro militari e il ferimento di un quinto con trappole esplosive appunto a Cima Vallona comune di San Nicolò di Comelico.
La strage avvenne il 25 giugno 1967: i terroristi abbatterono un traliccio dell'alta tensione e morirono il capitano dei carabinieri Francesco Gentile, comandante di un reparto speciale per la lotta contro il terrorismo in Alto Adige, il sottotenente dell'esercito Mario Di Lecce, comandante di un nucleo antisabotaggio, il sergente Olivo Dordi, artificiere di un reparto speciale antisabotaggio, e l’alpino Armando Piva, radiofonista. Rimase ferito il sergente Marcello Fagnani.
Per questo e altri attentati compiuti tra l'agosto 1966 e l'agosto 1967 la Corte d'assise di Firenze condannò all’ergastolo per strage quattro teroristi, tre tedeschi e uno di nazionalità austriaca.
Nella foto, da sinistra, le vittime: Gentile, Di Lecce, Dordi e Piva.