Montagna / Il caso

Diga del Vanoi, Salvini risponde: nessun progetto o richiesta di finanziamento al ministero

Il titolare delle infrastrutture è intervenuto in aula oggi pomeriggio, mercoledì 2 ottobre, in seguito a una interrogazione della deputata veneta Luana Zanella (Alleanza Verdi Sinistra) sulla contestata iniziativa del consorzio di bonifica padovano Brenta che punta a realizzare un mega invaso a fini irrigui per la pianura, sui monti fra Trentino e Bellunese. "In proposito, non ci risultano richieste della Regione Veneto per accedere a fondi del Pnrr sulla sicurezza idrica”

MINISTERO Mancano i soldi per diga e invaso del Vanoi
TRENTINO Il "dibattito pubblico" è stato un coro di no
IL FRONTE Padrin (Belluno): diga del Vanoi un errore e va fermata
MONTAGNA Il no del Club alpino italiano, sollecitato da Sat e Cai bellunese
COMITATO «No alla diga sul torrente Vanoi, ecco la nostra battaglia»

 

ROMA. Il contestato progetto di mega invaso e diga sul Vanoi rimbalza nelle aule parlamentari: questo pomeriggio, 2 ottobre, il ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, ne ha parlato durante il question time alla Camera, rispondendo a una interrogazione della deputata veneta Luana Zanella (capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra).

In sostanza, il titolare del Mit ha confermato che per ora non risultano nel suo dicastero progetti presentati e quindi nemmeno richieste di finanziamenti per l'opera che tanto preoccupa le popolazioni locali, in un lembo di montagna fra Trentino e Bellunese, e gli enti territoriali che si sono ripetutamente espressi contro l'iniziativa del consorzio di bonifica Brenta (Padova) volta a individuare nuove risorse idriche nelle aree di montagna per utilizzarle nelle coltivazioni di pianura.

“La progettazione della diga del Vanoi - ha detto Salvini - è stata finanziata dal ministero dell'Agricoltura. Il consorzio di bonifica Brenta ha appaltato poi a un raggruppamento temporaneo di professionisti gli studi preliminari per la costruzione e in questo periodo sta procedendo con la fase di dibattito pubblico coinvolgendo i soggetti interessati. Dai dati forniti, risulta che complessivamente sono stati coinvolti 185 soggetti potenzialmente interessati. Pertanto al momento l'attività del consorzio riguarda solo lo studio di un'opera, non la sua realizzazione.

Relativamente agli aspetti di sicurezza, che per me come per lei sono fondamentali, nessun progetto è stato ancora presentato al Mit per l'esame e l'approvazione tecnica di competenza. Pertanto nessun procedimento è stato attivato, né è possibile formulare delle considerazioni tecniche in materia. Il progetto che sarà sottoposto al ministero delle infrastrutture e trasporti dovrà includere la comparazione di soluzioni alternative, compresa l'opzione zero, ovvero l'ipotesi di assenza della diga. Inoltre dovrà contenere gli elaborati specialistici finalizzati a garantire il rispetto della normativa di settore che consentiranno anche di valutare le condizioni di stabilità delle sponde del serbatoio, di tenuta dell'invaso. Chiudo con riferimento all'inserimento della richiesta di finanziamento da parte della Regione Veneto per la realizzazione dell'opera: si fa presente che tale richiesta non risulta tra quelle presentate per il Piano nazionale di sicurezza idrica previsto dal Pnrr di mia competenza”.

Luana Zanella, nella replica, ha caldamente invitato Salvini a recarsi nel luogo individuato dal consorzio Brenta per questa grande opera, per rendersi conto di persona della delicatezza del caso. "Perché è un invaso, prevalentemente in Trentino, che costituisce davvero un monstrum rispetto ad alternative che il consorzio non ha presentato nel dibattito pubblico, alternative che non necessitano di un'opera così impattante e devastante".

Zanella, chiedendo anche una verifica degli elementi di pericolosità (ha citato la frase del presidente veneto Zaia "non vogliamo un altro Vajont"), ha ricordato che le Province di Trento e di Belluno, così come i Comuni interessati, sono fermamente contrari all'opera. [zs]

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