Ladini, la Ual vuole un Comun General più forte ma senza unioni
La Gran Radunanza dell'Union Autonomista Ladina, convocata alla sala consiliare del comune di Pozza di Fassa, ha dato il via libera alla proroga del direttivo in carica, che sarà confermato per un altro anno, fino a novembre 2015, per guidare l'unione all'appuntamento con le elezioni amministrative della prossima primavera. Tra comuni e comun generale, saranno oltre 100 i consiglieri da eleggere: «Un numero considerevole - ha osservato il vice presidente Graziano Dorich - su una valle dove gli elettori sono meno di 7000».
Una sfida che la Ual, come hanno spiegato il presidente Michele Anesi ed il consigliere provinciale Giuseppe Detomas, ritiene di potere affrontare meglio confermando l'attuale gruppo di lavoro, già rodato.
La linea del movimento è stata esplicitata, in apertura di seduta, dal segretario politico Manuel Farina: «La grande scommessa della val di Fassa è avere dalla provincia il giusto riconoscimento economico per i propri bisogni infrastrutturali e per lo sviluppo economico e turistico. Il momento storico è particolarmente difficile, con l'accordo di Roma il bilancio provinciale ha subito ulteriori pesanti tagli. La nostra valle sembra difendersi meglio di altre, ma non possiamo pretendere che le cose vadano meglio se non cambiamo».
E il cambiamento, secondo Farina, passa attraverso il superamento delle divisioni: «Il Comun General - ha spiegato - è come un bellissimo castello, che non appartiene ad una regina, ma alla gente della valle. Soltanto se chi lo vive tutti i giorni ci crede e, soprattutto, se i sindaci ci crederanno, vedendo in esso il luogo dove si ragiona dei problemi, della difesa ma anche dello sviluppo della valle, se la Provincia troverà in esso un interlocutore autorevole, l'ente potrà avere un futuro».
Forte anche la spinta della Ual verso l'accentramento di un numero maggiore di servizi (sulla scia di quanto già fatto per i tributi ed il supporto informatico): «Così facendo potremo garantire personale specializzato e costi inferiori. La gente crede nelle istituzioni se funzionano e se sono efficienti ed efficaci». Sullo sfondo sempre la prospettiva, già in passato abbracciata dalla Ual, di andare verso la fusione dei comuni: «Ma non nell'ipotesi, avanzata da Trento, di 3 comuni, che porterebbe ad una nuova spartizione e non all'unità».
Ad illustrare lo stato dell'arte del Comun General sono stati invece il presidente del Consei General Cesare Bernard e la procuradora Cristina Donei.
Bernard, in particolare, ha evidenziato l'importante ruolo di mediazione che il procurador che uscirà dalle elezioni di maggio dovrà esercitare: col nuovo sistema, infatti, 16 componenti saranno eletti a suffragio universale, mentre 14 saranno espressione dei comuni. «Questo significa che il Procurador potrà contare al massimo su una maggioranza eletta di 12 consiglieri».
Donei ha invece illustrato il lavoro svolto in questi cinque anni, rimarcando in primo luogo il fatto che l'ente è stato il primo in Trentino ad arrivare alla firma dell'accordo programmatico con la Provincia. Preoccupazione è stata invece espressa per il ricorso sulle Comunità di Valle, presentato dal sindaco di Vallarsa Geremia Gios, che pende alla Corte Costituzionale: la Procuradora ha comunicato che è stato incaricato un legale per la tutela degli interessi dell'ente.
«La gestione associata dei servizi - ha osservato Donei - è un processo irreversibile: se dovesse cessare di esistere il Comun Generale, per i comuni sarebbe impossibile tornare a farsene carico». Donei ha anche fatto un richiamo al ruolo dell'ente nella tutela della cultura, tradizione e lingua ladina, nonché delle peculiarità di questa terra: «Vogliamo che i fassani vedano nel Comun General il proprio futuro e le proprie origini».