«Toponimi ladini sui sentieri»
C'è ancora tanto da fare, nel rispetto della legge provinciale, sulla segnaletica ed i toponimi in ladino. La Sat non ha i mezzi per cambiare di colpo tutta la cartellonistica dei sentieri, ma quel che è peggio è che anche segnaletica nuovissima, messa in opera da pochi mesi, riporta magari i soli nomi italiani, o al massimo in inglese, come è accaduto in Val Duron. Il problema è stato nuovamente sollevato da Fernando Brunel , presidente dell'Union di Ladins de Fascia (ma anche membro della Commissione Toponomastica del Comun General), intervenuto sabato alla Radunanza della Ual proprio per ricordare alcuni temi che il suo gruppo ritiene importanti. «Già 40 anni fa - ha ricordato Brunel - i comuni avevano preso l'impegno di ripristinare i toponimi originari, e negli anni Settanta e Ottanta ci sono state molte delibere, ma il processo non è ancora stato completato».
Tra gli esempi portati, quello della val Duron, dove sono stati installati addirittura cartelli turistici in italiano ed inglese, senza traccia di ladino. Un richiamo è stato anche indirizzato alle società di impianti, per le nuove piste «Vulcano» e «Paradiso», anziché «Vulcan» e «Paradeis». «È un problema generale - spiega Brunel al telefono - perché riguarda tutti i tipi di segnaletica nella valle. La segnaletica ufficiale dovrebbe essere messa in essere dai Comuni e dal Comun General, a seguito della legge provinciale in cui venivano riconosciuti i toponimi ufficiali. Questo vale per buona parte del territorio, dalle vie alle piazze, ai sentieri e alle strade forestali. Poi ci sono delle altre segnaletiche, come ad esempio quella della val Duron, che non sappiamo neanche chi l'ha messa».
Per risalire ai toponimi corretti, esiste un prontuario ufficiale, elaborato dall'Istituto Ladino ed oggi in carico alla Commissione del Comun Generale: «il nome del toponimo ladino, fino agli anni Ottanta, era magari trascritto male da Trento, i nomi erano storpiati. L'originale l'ha ricostruito l'Istituto, con il prontuario ufficiale. Poi questo è diventato parte integrante della legge provinciale. Le carte Tabacco turistiche, ad esempio, hanno scritto sopra "a norma della legge" con la citazione della fonte. Purtroppo non è così per i cartelli» spiega Brunel.
Succede così che le carte topografiche siano esatte, ma la segnaletica no, in primis quella della Sat. «La Sat doveva sapere dell'esistenza di questa legge. Invece ha messo su un sacco di segnaletiche senza il ladino,anche negli ultimi anni. Su questo tema ci siamo confrontato in una "Issuda ladina" la prima settimana di maggio, proprio sul tema della "parbuda". Ora la Sat non ha i soldi per cambiare tutti i cartelli in un colpo solo - spiega Brunel - ma siccome l'anno scorso la neve ne ha spaccati molti, almeno quelli che verranno sostituiti saranno corretti».
Non è il solo tema che l'Unione dei Ladini ha accennato: «Vogliamo essere di sprone, visto che c'era anche la Procuradora Donei. Ad esempio ho chiesto il massimo rispetto per il territorio: i Comuni continuano l'espansione edilizia con il motivo che molti chiedono di farsi la prima casa. In verità non è così: occorre mettere dei regolamenti, dove ad esempio c'è un genitore che ha 4, 5 o anche 10 appartamenti, i figli non possono chiedere la prima casa! Dobbiamo fermare il consumo di territorio... e favorire il riuso delle vecchie case esistenti».