Fabio Vanzetta ancora assolto: «Era un castello di carte»
«Era stato costruito un castello di carte contro il sindaco che finalmente, dopo due o tre anni, è caduto. Ma non è stato facile vivere con questo fardello addosso». È contento il sindaco di Ziano, Fabio Vanzetta, per la chiusura del processo che lo vedeva imputato, insieme al segretario comunale Claudio Urthaler, di una serie di irregolarità nell’assegnazione di piccoli lavori pubblici. Una doppia assoluzione, perché «il fatto non costituisce reato» per Vanzetta e perché «il fatto non sussiste» per Urthaler.
Sindaco Vanzetta, dunque, non c’era alcun comportamento illecito alla base del suo agire come amministratore...
«Con la coscienza mi sono sempre sentito a posto, non ho mai né avvantaggiato né favorito qualcuno e tanto meno ho guadagnato qualcosa nel far fare i lavori. C’era una logica nel nostro agire, e cioè che in determinate situazioni era meglio correre che aspettare, se poi a seguire non venivano fatto gli atti dagli uffici, questa è un’altra storia...».
Poco più di un anno fa si era concluso con un’assoluzione un altro processo, adesso è finita o vi sono altre pendenze?
«Questa parte finisce qua. Ma c’è un’altra pendenza aperta con una dipendente per mobbing».
Rimane, quindi, un clima ancora teso con alcune dipendenti comunali?
«La questione è sempre stata interna, tutte le denunce sono partite dal personale. Il problema è che ci sono alcune dipendenti che pretenderebbero di fare anche politica».
E starebbero all’opposizione...
«L’intento di far saltare la nostra amministrazione era chiarissimo, ma ora stanno perdendo forza, e rimane solo uno zoccolo duro. Come amministrazione abbiamo fatto anche noi i nostri passi, ma certo chi è radicale rimane della sua idea. Per fortuna la popolazione di Ziano la pensa diversamente, visto che ci ha confermato con un risultato oltre le aspettative.
Rieletto per la terza volta con il 61,2 % dei voti, e dopo una campagna molto dura. Sono stati comunque anni difficili?
«Non è un bel fardello da portare, anche perché queste cose vengono sempre giocate politicamente. Ma noi stiamo lavorando, e abbiamo sempre lavorato, per il paese. Poi non c’è dubbio che per le dipendenti comunali essere operative comporta un maggior peso, ed è giusto che sia così per chi lavora nell’ente pubblico ed ha il posto assicurato in un momento di crisi come questo, in cui c’è gente che il lavoro lo perde o non ce l’ha. Io credo che pretendere che ognuno faccia il proprio lavoro non sia far pressioni».
Intanto due processi si sono conclusi, e con un’assoluzione piena. Meglio guardare al presente...
«Certamente, e questa parte dovrebbe finire qua: già in fase preliminare era stato chiesto il proscioglimento. E per quello che mi riguarda ho tanto lavoro da fare!»