Passi dolomitici aperti al traffico ma potrebbe arrivare il pedaggio
No a una chiusura totale o anche solo parziale dei passi Dolomitici, sì a un progetto che riconsideri l’attuale modello di mobilità privata a favore di sistemi alternativi ed ecologici, sia pubblici sia privati. Senza escludere la possibile introduzione di un pedaggio, i cui incassi siano utilizzati per riqualificare e migliorare le strutture esistenti.
È questo il punto di partenza del «tavolo» che si è costituito giovedì pomeriggio a Canazei per iniziare a parlare della regolamentazione del traffico sui valichi a scavalco tra le Province di Trento e Bolzano, un argomento diventato «caldo» dopo il recente via libera dato dal Consiglio dei ministri alla norma di attuazione che attribuisce questa facoltà ai due enti.
È stato il sindaco di Canazei Silvano Parmesani a prendere l’iniziativa invitando a una prima riunione sul tema i sindaci di Selva Val Gardena, Corvara, Livinallongo, i rappresentanti delle Apt di Fassa, Val Gardena, Arabba-Livinallongo e Val Badia, del Dolomiti Superski, degli albergatori e del Comitato per la salvaguardia dei Passi Dolomitici. Nonostante la neve e le strade non facilmente transitabili, all’appuntamento sono arrivati tutti, preoccupati di evitare che le due Province decidano come muoversi sulla testa delle comunità locali. Perché, sia chiaro, quel milione e passa di passaggi conteggiati su sei valichi dall’Eurac impone misure per mantenere le Dolomiti nel Patrimonio Unesco.
Ecco dunque cosa è emerso ieri, riassunto da Silvano Parmesani: «È stato un incontro positivo, dove sono state espresse molte preoccupazioni ma nessuna chiusura preconcetta». La sensibilità sul tema c’è, ma non mancano i paletti:
«Nessuno è favorevole alla chiusura dei Passi, neppure a fasce orarie, mentre quello a cui si punta è un progetto condiviso, composto di più segmenti che si integrino tra loro».
Ed eccole, le ipotesi su cui il «tavolo» locale intende muoversi: «In un’epoca tecnologicamente avanzata, dobbiamo essere in grado di puntare sull’incremento della mobilità ecologica. Pensiamo al noleggio di auto elettriche, alla diffusione di colonnine di ricarica, a pullman che si fermino a un certo punto del percorso per poi sfruttare gli impianti di risalita. Il ricorso alla mobilità alternativa ed ecologica potrà anche essere incoraggiato dall’introduzione di un pedaggio per i mezzi tradizionali, il cui ricavato serva sia alla riqualificazione ambientale degli stessi Passi sia alla costruzione di nuovi parcheggi di attestamento».
Insomma, la discussione sulla mobilità deve diventare un’occasione per aumentare il valore dell’offerta turistica e ambientale dell’area: «Siamo convinti che su queste basi sia possibile fare un buon accordo con le Province autonome, che non penalizzi quegli 80-90 esercizi turistici e commerciali che hanno finora vissuto sul libero transito. Dietro ci sono famiglie, collaboratori, posti di lavoro e indotto che non possono essere sacrificati. Mi auguro sinceramente che si apra un confronto disteso con le Province, ma credo che oggi sia stato fatto un primo passo importante in tal senso».