Laboratorio sociale

Essere parte attiva della società, essere integrati in essa, partecipando alla sua crescita e contemporaneamente crescere come individuo: sono desideri, anzi, sono esigenze di ognuno. Di tutti indistintamente, anche delle persone con disabilità. E quale strumento migliore che un lavoro che tiene impegnati, che dà dignità, che porta alla realizzazione, che porta entusiasmo in ogni nuova giornata?
Principi di quarant’anni fa che non sono cambiati, idee e convinzioni che hanno portato nel 1977 alla nascita del «Laboratorio Sociale», oggi presente sul territorio trentino con undici sedi, da Arco a Pozza di Fassa, passando per Tione, Mezzano, Trento, Pergine, Borgo Lavis e Cavalese. A Pozza la cooperativa ha festeggiato il 40° compleanno: oltre 450 le persone nel palatenda per una festa piena di sorprese ed emozioni positive.
Nessuno ha voluto mancare, da tutto il Trentino i 170 ragazzi dei laboratori con le loro famiglie ed educatori sono arrivati in Fassa per trascorrere la mattinata facendo attività diverse: chi si è recato al Museo Ladino, chi al caseificio per osservare l’arte della caseificazione, chi in oratorio per imparare a fare i canederli, chi nei campi a conoscere erbe e fiori. Poi tutti insieme a pranzo sotto al tendone, dove il sorriso contagioso di queste persone era il sole costante, mentre in cielo giocava a nascondino con le nuvole.
Nel momento più ufficiale la presidente Maria Rosaria Boninsegna ha ripercorso le tappe più importanti della storia del Laboratorio Sociale, nato in un clima ben diverso da quello di oggi, quando l’approccio al disabile era cauto, quasi temuto, quando lo stare in casa era la regola predominante. Ma la bellezza e l’importanza di uscire, di inserirsi nella società, di poter mettere a frutto abilità e capacità viene compresa e viene messa in atto. «Il Laboratorio Sociale crea veri e propri reparti produttivi con la presenza di educatori - artigiani capaci di coinvolgere i ragazzi nella produzione a seconda delle abilità di ciascuno».
Falegnameria, realizzazione di oggetti in feltro, ceramica, tipografia, assemblaggio per conto terzi, sono le attività praticate, ed i prodotti finiti vengono venduti sul mercato. I ragazzi possono frequentare il laboratorio finito il percorso scolastico: «i laboratori sono luoghi di integrazione sociale e il lavoro è lo strumento principale» spiega ancora la presidente, ringraziando naturalmente la vicinanza e il sostegno sia delle famiglie che di tanti volontari.

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