Alluvione in val di Fassa, danni per 5 milioni di euro
A otto giorni dal violento temporale che ha scaricato su Moena 13 centimetri di pioggia in pochi minuti, c’è una stima più precisa dei danni provocati dalla conseguente esondazione del rio Costalunga e del torrente Avisio, dagli smottamenti e dal fango che ha invaso scantinati, seminterrati di hotel ed esercizi commerciali, strade.
La stima parla di circa 5 milioni di danni complessivi: 4 a strutture private, 1 a infrastrutture pubbliche.
A darla è il sindaco Edoardo Felicetti , facendo il punto della situazione: «Il grosso del lavoro di pulizia è stato fatto, ma ci sono ancora smottamenti da sistemare in molte zone, ad esempio a sud sul versante de Piz Meda, intorno alla strada che porta a San Pellegrino, lungo la statale dove ci sono stati dei movimenti di materiale e sopra la circonvallazione, dove sono stati fatti già dei ripristini da parte della Provincia. Per quanto riguarda la circolazione stradale, c’è ancora un senso unico alternato sulla strada comunale che, da sud, porta a Moena, ma nel giro di pochi giorni sarà tolta anche questa limitazione».
I danni ammontano a circa 1 milione, ma dal conto mancano ancora le strade forestali: «Ne abbiamo dovuto chiudere molte, appena si faranno partire gli interventi di somma urgenza in paese, ci dedicheremo anche a quelle». Per quanto riguarda le opere in centro, «i lavori di rimessa in pristino degli argini e la sistemazione dei ponti avverrà in settembre, e prima di allora penseremo a come intervenire per superare le criticità attuali. Intanto, attuiamo un monitoraggio continuo per evitare qualunque tipo di problema dovuto a nuove precipitazioni intense».
Perché se è vero che quello di martedì scorso è stato un evento «eccezionale», nel suo sviluppo e nella sua intensità, è altrettanto vero che negli ultimi anni l’eccezionalità sta diventano la norma. Ed è in base a questa consapevolezza che bisogna muoversi in prospettiva.
Andrea Darra , responsabile dell’Ufficio di Zona 3 del Servizio Bacini Montani della provincia (Bacino del torrente Avisio e parte meridionale di quello dell’Adige), dice: «Stiamo facendo una serie di sopralluoghi e valutazioni, e proprio oggi siamo impegnati in rilievi a Moena anche per capire come modificare la conformazione dei ponti. La situazione va approfondita, anche considerando se sia il caso di realizzare più opere filtranti, perché questi eventi eccezionali stanno diventano normali».
Per quanto riguarda Moena, però, ora la situazione è sotto controllo: il rio Costalunga è tornato a essere quel rigagnolo che normalmente è (foto sopra), perché sono state ripristinate le condizioni di deflusso normale ed è stata ripulita l’opera di ritenuta a monte, che era completamente intasata. Sempre a Moena, si è intervenuti subito per liberare la statale che era stata interrotta dall’esondazione del rio Valsorda e si è portato via il materiale accumulato nell’opera filtrante a monte di Forno.
L’altra situazione critica dei bacini, che però non ha dato problemi, si è verificata a Soraga, dove è stata liberata l’opera di ritenuta a monte così come sul rio Barbide e il rio Sester, dove è stato sistemato anche un tratto danneggiato. La strada forestale che attraversa il rio Peniola (affluente del Costalunga) è invece interrotta per danni ai ponti mentre la strada per il Passo S. Pellegrino, che era stata chiusa per una frana provocata dal rio Vanc, è stata riaperta, ma va consolidata. Svasata anche un’opera di ritenuta sul rio S. Nicolò, a Pozza di Fassa, che si era riempita.
Fin qui, la parte pubblica. Quanto ai danni provocati ai privati dall’evento, Felicetti riassume: «Per i privati, i danni ammontano ad almeno 4 milioni, con un margine di oscillazione del 20%. La giunta provinciale ha approvato subito lo stato di calamità, che darà diritto ai risarcimenti, e ci auguriamo che le linee di attuazione consentano di indennizzare il più possibile cittadini e imprenditori».