Predazzo, il Comune vieterà i diserbanti
«La questione è già stata sottoposta dal Comune di Predazzo agli uffici provinciali competenti e, fino ad emanazione da parte della Provincia Autonoma di Trento di un disciplinare in merito, il Comune vieterà l’utilizzo dei diserbanti, inserendo un articolo dedicato nel regolamento di polizia urbana».
Sono le parole pronunciate dal presidente del consiglio Massimiliano Gabrielli nella seduta consiliare di giovedì sera, confermando, attraverso uno specifico atto di indirizzo, come l’amministrazione intenda intervenire in modo deciso per mettere sotto controllo un problema più che mai attuale, al fine di limitare il sovraccarico di azoto nelle erbacce che infestano prati e pascoli, ridimensionando nel contempo anche il numero dei capi di bestiame e conseguentemente la produzione di liquami.
«L’allevamento e le attività agricole ad esso correlate - ha precisato Gabrielli - sono un valore aggiunto per la nostra comunità e gli operatori di questo settore svolgono un ruolo importante nella gestione del territorio, ma tale gestione deve essere praticata con equilibrio e rispetto nei confronti delle altre attività, dell’ambiente e delle legittime aspettative dell’intera collettività».
In sostanza la concentrazione di stalle nel territorio comunale, molte nella stessa area e spesso di grosse dimensioni, è elevata, così come elevato è il numero di capi allevati, creando problemi per tutti, data anche la possibilità di costruire manufatti alternativi, non classificabili come edifici (ad esempio le tettoie) che consentono un ulteriore aumento dei capi e conseguentemente del consumo del suolo.
«Per questo - ha dichiarato il presidente - il consiglio richiama l’attenzione del Servizio Agricoltura della Provincia, del Servizio urbanistica e Tutela del Paesaggio e di tutti gli uffici competenti, invitandoli ad intervenire, rivedendo norme e regolamenti in materia, al fine di garantire il ripristino della vera agricoltura di montagna».
Altro problema è quello appunto dei diserbanti, con la richiesta di un intervento immediato, che consenta l’utilizzo dei «diserbanti selettivi» nei prati e nei pascoli , in modo da eliminare le varietà erbacee nocive che causano una elevata presenza di sostanze azotate, determinate dagli eccessivi spargimenti di liquame.
Nel successivo dibattito, per prima la vicesindaco Chiara Bosin ha ribadito l’importanza dell’attività agricola ma nel contempo «la necessità di un equilibrio che qui non è completamente rispettato e che invece deve tener conto delle esigenze di tutti. Le leggi provinciali» ha aggiunto «non tengono conto della differenza tra le varie realtà. Il rapporto Tra Uba (unità bovino adulto) ed ettaro è in contrasto con la regolamentazione urbanistica per l’uso del territorio per cui occorre evitare che gli allevatori vadano fuori controllo. E’ il motivo per cui, con questo atto di indirizzo, chiediamo attenzione su queste evidenti difficoltà».
D’accordo anche l’assessore Giuseppe Facchini, che ha ribadito «la necessità di non inseguire il modello padano ma mettere al primo posto il rispetto del territorio, la sua salvaguardia e l’equilibrio tra le varie attività che qui si svolgono. La strada che, con un grosso investimento per il nuovo biodigestore, gli stessi agricoltori stanno seguendo».
Pienamente d’accordo la sindaca Maria Bosin. «Chiediamo - ha ribadito - che, a tutela del territorio ma anche della categoria degli allevatori, ci sia maggiore attenzione e sensibilità da parte di chi deve stabilire parametri e fare i controlli. Da Trento, finora, abbiamo avuto, anche recentemente, molte promesse ma pochi fatti concreti. La situazione deve essere affrontata e la Provincia deve muoversi».
Sul tema ambientale, a favore della qualità delle produzioni locali e della sostenibilità, pienamente d’accordo anche Omar Avogadri e Luca De Marco. E adesso si attendono risposte.