Acqua "Cedea", le Dolomiti pronte per essere bevute
L’acqua Cedea si appresta a sbarcare sulle nostre tavole. E non solo sulle nostre, ma su quelle di tutto il mondo, considerato che il target dell’ambizioso progetto imprenditoriale non è certo il Trentino.
Nei giorni scorsi l’ultimo passo, o meglio il primo di quella che vuole essere una lunga avventura, è stato fatto: la Provincia ha infatti messo nero su bianco con una determina che «il signor Lizio Rizzi è autorizzato all’imbottigliamento e alla vendita di acqua minerale Cedea, già riconosciuta dal Ministero della Salute nel 2013».
Dalla sorgente alla tavola il percorso è stato lungo: anni di permessi, pratiche, burocrazia, ma con l’azienda guidata da Lizio Rizzi che non è stata certo con le mani in mano. In questi anni, infatti, si è lavorato sodo negli uffici, anche e soprattutto da un punto di vista del marketing e della comunicazione. E l’acqua che ancora non c’è ha già fatto incetta di premi. Forza, appunto, del marketing, potenza di obiettivi chiari e comunicazione moderna.
L’ultimo riconoscimento in ordine di tempo è arrivato a Berlino, con il prestigioso award della Red Dot per design e comunicazione.
D’altra parte le bottiglie della Cedea, anche se al momento vuote, sono oggettivamente bellissime e affascinanti: colori, stile, scritte, cura dei particolari sono frutto di anni di lavoro.
Se la forma, appunto, c’è, da fine ottobre è in arrivo anche la sostanza: entro la prossima stagione invernale, infatti, l’acqua delle Dolomiti verrà commercializzata e arriverà in ristoranti e supermercati.
«Sono stati dieci anni - spiega Monica Menozzi - di intenso lavoro, di passaggi tecnici e di preparazione. Ma ora ci siamo e possiamo dare il via all’industrializzazione. Dalla determina del 25 ottobre scorso abbiamo l’autorizzazione e contiamo di essere pronti per fine 2019 con la nostra acqua di fascia medio alta, che si appresta a sbarcare sul mercato internazionale». E infatti il sito (accattivante e curatissimo) è in inglese o in russo, «e stiamo per aggiungere anche cinese e arabo», mica in italiano.
Se tanti turisti arrivano da tutto il mondo per vedere le Dolomiti, con l’acqua Cedea l’obiettivo è quello di portare un po’ di Dolomiti nei bicchieri di tutto il mondo. Per farlo in questi anni si è investito nello stile e nella comunicazione. Su cedea.com, tra strepitose immagini del Trentino, si racconta una storia: «Nel cuore delle Dolomiti, dove le montagne sono magiche e bellissime, una sconosciuta sorgente è rimasta nascosta per milioni di anni. Noi l’abbiamo scoperta e l’abbiamo chiamata Cedea». E poi si parla di «the only Enrosadira Water», la sola acqua dell’enrosadira. Insomma, roba che un avvocato newyorchese o un magnate russo o un banchiere cinese vorranno avere a tutti i costi da offrire agli ospiti. «Ecco l’acqua delle Dolomiti», diranno sfoggiando l’elegante bottiglia di design e facendo vedere sul sito le cime rosa e la sorgente purissima.
Altro che vino italiano: ora la concorrenza a Sassicaia e Barolo, all’esterno, è l’acqua. L’acqua di lusso, l’acqua delle Dolomiti.