Gardeccia, sondaggio contro lo stop alla navetta

di Giorgia Cardini

1.594 voti contrari, 475 favorevoli: con questo risultato si è chiuso ieri il sondaggio lanciato in dicembre sulla pagina Facebook del Rifugio Gardeccia, a proposito della decisione del Comune di Sèn Jan di non proseguire - dal 2019 - il servizio di bus navetta da Pera alla località Gardeccia, costringendo chi vorrà arrivare nella conca sovrastata dalle Torri del Vajolet a farlo a piedi o servendosi degli impianti che arrivano fino al Ciampedie.
Il 77% dei 2.069 che hanno risposto alla domanda «Voi come la vedete? Favorevoli o contrari?» si sono detti contrari alla decisione dell’amministrazione, motivata principalmente per problemi di sicurezza della strada, negli ultimi 12 anni chiusa almeno tre volte per smottamenti e scariche di vario tipo. Una giustificazione adottata anche per non rilasciare licenze di servizio taxi: ma, almeno per il momento, nessuno ha parlato di ritirare i tantissimi permessi privati di accesso alla località (stimati tra 400 e 500) e questo suscita qualche dubbio, sulle motivazioni addotte.


Dubbi e sospetti inevitabili, perché è una decisione economicamente pesante, quella di sopprimere le navette: stando ai dati riferiti da Andrea Baldan, della Dolomiti Rent a Car snc che negli ultimi trent’anni ha gestito il trasporto, dal 26 maggio al 7 ottobre 2018 (date di inizio e fine dell’ultima stagione) i passeggeri portati su e giù da Gardeccia sono stati circa trentamila. Calcolando un costo andata-ritorno di 10 euro, si parla di 300mila euro di volume d’affari che la società rischia di perdere, anche se il Comune ha in mente di chiudere la strada per la Val San Nicolò in località Soldanella, istituendo un servizio di bus navetta e starebbe pensando anche di varare un servizio di trasporto urbano tra Vigo, Pozza e le frazioni ora unite sotto il comune di San Giovanni/Sèn Jan: servizi per cui l’impresa potrebbe tornare in gioco.
A perderci, però, sarebbero anche i rifugi: oltre al Gardeccia, punto di arrivo delle navette, interessati negativamente potrebbero essere il Santner, il Re Alberto, il Passo Principe, il Preuss, il Vajolet. Il timore infatti è uno solo: che una bella fetta di turisti che si affidava alle navette per frequentare queste strutture, prendendo come punto di partenza il «centrale» rifugio Gardeccia, dal 2019 decida semplicemente di dirigersi altrove, visto che - sbarcando al Ciampedie - solo per raggiungere il Gardeccia ci vogliono 45-50 minuti.
«Molti di quelli che hanno commentato la decisione - ricorda infatti il gestore del Gardecci,a Marco Desilvestro - hanno già detto che non verranno più»: la perdita è tutta da stimare, ma potrebbe essere rilevante.


A guardagnarci sarà invece la Catinaccio Impianti a Fune spa, che in estate applicava una tariffa non competitiva rispetto ai pulmini: 17 euro andata e ritorno sulla funivia Vigo-Ciampedie come sulle seggiovie Pera - Ciampedie per gli adulti, contro i 10 del servizio su gomma. Ora, anche se intercettasse soltanto la metà dei 30mila trasportati all’anno, per il bilancio della società si parlerebbe di mezzo milione di incassi in più nella stagione estiva. Se poi le tariffe calassero, in conseguenza del fatto che (in mancanza di alternative) la funivia potrebbe acquisire la qualifica di «trasporto pubblico», anche i turisti che finora non si sono serviti di questo mezzo per un problema di costi potrebbero essere invogliati a farlo: comunque, per la Catinaccio, sarebbe sempre un bell’affare. 

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