Ventidue anni fa un aereo americano abbatteva la funivia del Cermis: 20 morti, oggi il ricordo: non ci fu giustizia
Commemorato oggi a Cavalese il ventuduesimo anniversario della strage del Cermis. Era il 3 febbraio 1998 quando un aereo militare statunitense tranciò i cavi della funivia provocando la morte di 20 turisti.
Una cerimonia si è tenuta all’ingresso del cimitero del paese dove, su lastre di pietra, sono incisi i nomi anche delle 42 vittime della prima tragedia del Cermis avvenuta il 9 marzo 1976. Vi hanno partecipato le più alte cariche militari e civili, con i sindaci della zona, i rappresentanti della Comunità territoriale e della Magnifica Comunità di Fiemme, l’assessore della Provincia di Trento Mattia Gottardi, il vice presidente del Consiglio regionale, Luca Guglielmi, e i consiglieri provinciali Pietro De Godenz e Gianluca Cavada.
«Impariamo la lezione della storia, anche la più luttuosa», ha ammonito il parroco di Cavalese, Albino Dell’Eva, che ha celebrato la messa. «Di fronte al potere del male - ha aggiunto - ci troviamo impreparati e umiliati anche come comunità. L’uomo può arrivare ad atti irresponsabili: per questo dobbiamo andare oltre le nostre fragilità e miserabilità».
«Rimangono aperte le ferite e l’ansia di giustizia non è stata colmata. Né il tempo né la storia potranno cancellare dalla mente dell’uomo libero e giusto le cause, l’irresponsabilità e la superficialità di coloro che hanno provocato queste tragedie», ha sottolineato il sindaco di Cavalese, Silvano Welponer. Un accenno al fatto che i piloti dei due aerei Usa Prowler, che provocarono la tragedia mentre “sfidavano” la loro bravura nel passare al di sotto delle funi portanti, non sono mai stati processati in Italia, ma sono stati consegnati agli Usa.