Lauro Defrancesco, il «re» delle stufe di Fiemme lascia l'attività (ma apre un museo)
Fumista, artigiano, ma anche artista, a Castello apre una esposizione con 150 pezzi: dalle preziose olle antiche, alle forme contemporanee create da lui, un patrimonio storico e culturale di tradizione e capacità
CASTELLO DI FIEMME. Lauro Defrancesco ha scelto il giorno di Santa Barbara, patrona per antonomasia di chi ci preserva da fuoco, fulmini e saette per festeggiare i suoi 45 anni di attività come artigiano fumista, creatore e restauratore di stufe ad accumulo calorico.
L'importante traguardo, raggiunto con passione, approfondita conoscenza della tradizione passata, curiosità verso il nuovo e tanto senso artistico coincide, non senza una stretta al cuore, con la chiusura dell'attività che ha caratterizzato la Val di Fiemme a livello regionale, nazionale ed europeo.
Il suo laboratorio a Castello-Molina di Fiemme cessa, infatti, la produzione, ma resta visitabile l'ampia e ricca mostra di stufe artistiche che lui stesso ha restaurato.
Sono centocinquanta in tutto, perfettamente funzionanti e formano una collezione unica in Italia.
Le più antiche risalgono alla fine del '600; ci sono modelli del Barocco, Bidermeier, Jugendstil, Impero, Liberty, provenienti da Germania, Austria, Ungheria, Romania, finanche dall'America, come pure esemplari stupendi della Val di Fiemme, le stufe a olle Bormiolli di Trento, quelle in maiolica di Sfruz o le Tomazzolli di Cles in Val di Non, cucine economiche francesi e belghe dipinte con paesaggi bucolici.
Poi c'è la trentina di contemporanee create da Lauro Defrancesco stesso, che sottolineano come le stufe continuino a giocare con il fuoco rendendolo ancora vivace, capace di scaldare il cuore delle case di montagna.
Il suo libro "Tepore e Gusto" ne racconta ogni dettaglio.Gli abbiamo chiesto perché ha deciso di lasciare, visto che è molto ricercato e il lavoro non manca: «Smetto perché sono già in pensione da qualche anno e ho voglia di avere più tempo per me, dopo un'intensa vita lavorativa ricca di soddisfazioni, ma duro lavoro. Continuerò con il restauro e a godermi il mio museo, dedicandomi maggiormente alle visite guidate. Invece, l'attività smette perché non c'è nessuno che la porti avanti: il deterrente principale è la burocrazia, che smorza lo spirito di imprenditoria che ci si aspetterebbe dai giovani. Poi, col fuoco non si scherza, non è un lavoro facile, non serve solo slancio, ma anche formazione continua e la consapevolezza che il lavoro non ha orari».
Quella esemplare di Lauro Defrancesco è stata un'attività imprenditoriale intensa, sbocciata in giovane età e perseguita professionalmente dal lontano 1978 dopo aver militato nella squadra nazionale di sci di fondo e nel Corpo forestale dello Stato: molto più che un lavoro, un'espressione artistica cominciata con la realizzazione di stufe in ceramica e in muratura, cucine a legna e camini stufa fino al restauro di vere e proprie opere d'arte dei secoli passati.
Lo sguardo verso la contemporaneità ha arricchito le sue proposte, il suo genio creativo si è sviluppato in forme originali che fanno tendenza: nessuna è uguale all'altra, tutte realizzate su misura con una progettazione personalizzata pensata per arricchire l'ambiente da scaldare.
E sabato 4 dicembre alle 16, ha deciso di festeggiare il pensionamento con una giornata speciale, invitando nel suo museo non solo i suoi amici colleghi fumisti fiemmesi e trentini, ma anche le istituzioni dell'artigianato e della cultura della Provincia: «La loro presenza è infatti importante come aiuto e stimolo per i giovani artigiani, il nostro futuro. Vorrei lasciare ai miei colleghi ed in particolare al caro collega e amico ingegnere e fumista Mauro Barberi, presidente dell'associazione artigiani fumisti, che ancora credono in questa attività che è un'arte e che è parte integrante della nostra cultura trentina, la promessa da parte delle istituzioni di una collaborazione futura affinché questa nostra affascinante tradizione della stufa ad accumulo calorico non vada a morire».
Sarà anche un'occasione per ringraziare pubblicamente i suoi due dipendenti, che lui considera le sue "due braccia destre", Sergio e Luciano, con lui per quasi quarant'anni.
Di sé dice: «Ho sempre cercato di perlustrare ogni possibile strada del nostro settore. Ho sempre cercato di attivarmi in prima persona affiancando con anni di passione e sacrificio alla mia attività di costruzione di stufe di design, una realtà particolare che è stata inserita tra i musei etnografici del Trentino, per far conoscere la nostra cultura del passato per far sì che altri possano condividere l'amore che nutro io per l'arte». È la Val di Fiemme tutta, assieme al Trentino, a beneficiare dell'esperienza di Lauro Defrancesco: ora che il tempo glielo permette, si dedicherà con ancora più entusiasmo - se possibile - al restauro delle sue "vecchie signore" e a spiegarne il valore ai visitatori curiosi di scoprire un "piccolo mondo antico" ricco di contemporaneità.