Nuovo ospedale di Cavalese, ecco le foto del progetto Mak, così sarà la struttura di Masi
Doveva costare 47 milioni, dopo le osservazioni del Navip, il «project financing» è lievitato intorno ai 200 milioni di costi, e il dibattito è aperto fra i sindaci, dai possibilisti ai contrari
VAL DI FIEMME. Costa più del previsto ma comprende tutte le infrastrutture e le tecnologie necessarie. Il pacchetto «ospedale chiavi in mano» si arricchisce di nuovi elementi. Si dovranno aspettare alcuni giorni per avere, finalmente, un'idea di cosa si vorrebbe realizzare a Masi di Cavalese.
Intanto l'Adige è in grado di mostrare le immagini nella simulazione al computer (vedi foto) di quella che viene ormai chiamata la «Città della Salute».
Un complesso che verrebbe costruito ex novo a Masi di Cavalese, un'offerta all inclusive in partenariato pubblico privato, promosso dall'Associazione temporanea di imprese composta da Mak Costruzioni, Siram, Dolomiti Energia, con Banca Intesa nel ruolo di finanziatore.
La cifra prevista per il «polo sanitario» - un piano che, se sposato da Provincia e Comuni, farebbe mettere da parte quello (già approvato) di recupero della struttura esistente (nel cuore di Cavalese, da 47 milioni di euro) - con il passare delle settimane è lievitata: dopo il ping-pong tra l'Ati e gli uffici della Provincia (in particolare quelli dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari) con cui si è aggiustato il tiro in base alle esigenze delle valli di Fiemme, Fassa e Cembra, si è arrivati ad una somma preventivata che si avvicina ai 200 milioni di euro (una crescita dovuta al fatto che il "pacchetto Mak" comprende mura, sottoservizi, arredi e anche tecnologia).
«Aspettiamo marzo e vediamo cosa dicono del progetto di nuovo ospedale i tecnici del Navip (il Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici, chiamato a valutare la proposta fatta dall'Ati e che ha creato non poco scompiglio a Cavalese, dove la giunta comunale punta sul progetto originario, ndr) ma non sono pregiudizialmente contraria». Così parla Maria Bosin, sindaco di Predazzo.
Lo fa nei giorni delle critiche sollevate dalla minoranza nel suo consiglio comunale. Il gruppo di opposizione «Predazzo 2030» - composto da Eugenio Caliceti, Igor Gilmozzi e Massimiliano Gabrielli - ha presentato un'interpellanza per chiedere chiarezza. Il documento - dicono in municipio - non è stato registrato per problemi procedurali e quindi non discusso, ma realisticamente sarà oggetto della prossima seduta consiliare.
Di interessante ha una serie di domande volte all'amministrazione Bosin. «Interpelliamo il sindaco - si legge nel documento - per sapere
1) quando ha avuto conoscenza, per la prima volta, dell'esistenza dell'iniziativa privata che è stata poi resa pubblica in seguito alle esternazioni del neosindaco del Comune di Cavalese, Sergio Finato;
2) quali sono le motivazioni che hanno portato i sindaci a "mantenere un profilo basso" pur avendo cognizione della vicenda, assecondando quindi la richiesta di riservatezza a suo tempo avanzata dal presidente della giunta provinciale;
3) quali siano le motivazioni che hanno portato l'amministrazione a non assumere nessuna iniziativa in merito, prima che la questione emergesse su impulso del sindaco di Cavalese Sergio Finato;
4) quale sia la posizione dell'amministrazione comunale rispetto alla vicenda che ha portato alla presentazione dell'iniziativa di Mak».
Da noi contattata al telefono, Bosin commenta così: «Un ospedale nuovo? Forse garantirebbe una situazione migliore rispetto all'attuale. Poi ne faccio una questione di buonsenso: come è stato detto varie volte. il piano di demolizione parziale dell'attuale struttura sanitaria comporterebbe non pochi disagi per i degenti e per i professionisti (medici e infermieri) che ci lavorano. E così, con un cantiere aperto per anni, si rischia di perdere delle professionalità che difficilmente tornano indietro. Io dico: non diciamo no alla proposta di nuovo ospedale. Teniamo le porte aperte».
Negli scorsi mesi si è parlato molto di trasparenza, dell'email inviata (era il 15 maggio 2020) da Giovanni Zanon, ex presidente della Comunità di Valle e oggi commissario, all'allora sindaco di Cavalese Silvano Welponer: un messaggio contenente planimetrie di un progetto per uno nuovo ospedale da realizzare nella piana di Masi. I disegni sono considerati la base di partenza per il progetto di localizzazione della nuova struttura sanitaria a Masi, ma a a far discutere non sono stati tanto i dettagli del progetto quanto il luogo individuato e il fatto che di questo carteggio non c'è stata alcuna comunicazione pubblica. Dei documenti si è parlato dopo che nel settembre 2021 (più di un anno dopo)il sindaco di Cavalese Finato, succeduto a Welponer, li ha scoperti nella cartella di posta elettronica istituzionale e il consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi ha sollevato la questione a Trento.
Bosin ribadisce che a nessuno dei sindaci era stata inoltrata quella email.