«Chiodi contro gli animali e minacce a noi», l’allarme del resort in val Floriana
Simona Alfieri, emiliana, titolare dello chalet con ristorante, ha anche un’azienda agricola: dagli alpaca ai gufi. Racconta: «Da quando siamo qui, dispetti e tentativi di ucciderli»
LA STORIA Quattro ragazzi e oltre mille animali: la più giovane è Lia e ha 24 anni, il più vecchio Daniel di 35 anni
IL CASO Casa troppo sporca, a rischio sanitario: sequestrati i cani alla coppia di residenti
VAL FLORIANA. Prima i lucchetti tagliati, poi i tentativi di uccidere gli animali con bocconi avvelenati o il lancio di chiodi e bulloni all'interno del recinto degli alpaca. Infine le minacce. Una missiva anonima, lasciata nella cassetta delle lettere dello chalet resort e ristorante «La Baita delle fate» martedì mattina (17 gennaio), che alla rabbia ha fatto subentrare la paura: «È ora di andare via da Valfloriana prima che succeda qualcosa di brutto a voi o alle bestiacce vostre», le parole affidate ad un testo scritto in italiano e dialetto.
Simona Alfieri, titolare della struttura di Dorà, frazione di Valfloriana, questa volta ha deciso di dire basta. Oltre a sporgere denuncia ai carabinieri, come già fatto in passato, ha voluto rendere pubblico quanto successo. Le minacce anonime, condite da altre accuse («Qui gira gente strana e non possiamo più tenere la porta aperta per colpa vostra»), sono solo l'ultimo capitolo.
Simonia, emiliana, si è innamorata del Trentino. Vive a Valfloriana con il marito e le due figlie da una decina di anni. «Come struttura ricettiva siamo nati quattro anni fa, ma abbiamo anche un'azienda agricola, molto ricca per la biodiversità». Ci sono alpaca e poiane, ma anche civette delle nevi, gufi reali siberiani, mini pony e pecore black noce.
«Abbiamo animali un po' diversi dalla classica fattoria e, oltre che con l'Apt, collaboriamo con associazioni sociali, che lavorano con ragazzi disabili (la titolare ha certificazioni per interventi assistiti con gli animali ndr). Il grosso dei problemi - racconta - è nato con la costruzione della struttura e l'arrivo degli animali».
L'elenco dei dispetti è lungo: «Nel recinto degli alpaca, dove ci sono le voliere, abbiamo trovato bocconi avvelenati, ci hanno fatto scappare i gufi, tagliando i lucchetti. Un'altra volta, approfittando del fatto che io ero bloccata a letto e mio marito assente (lavora via durante la settimana), mi hanno tagliato i lucchetti del recinto e fatto scappare gli alpaca. Poi ci sono chiodi e bulloni gettati nei recinti. L'ultimo caso venti giorni fa. Non dormiamo più».
Perché tanto accanimento? «Penso che ce l'abbiano con gli animali, anche se dispetti e furti li abbiamo subìti anche prima. Eppure non hanno mai dato problemi. Due anni fa se l'erano presa anche con il nostro dobermann: lo abbiamo trovato pieno di ferite, inferte con i bastoncini da trekking». Ora Simona e la sua famiglia sognano di dare vita ad un parco inclusivo che accolga tutti gli animali, nella parte alta del paese: «Ma siamo preoccupati, soprattutto per i nostri animali», dice.
«Abbiamo fatto un grosso investimento in questa valle e non pensavamo di essere accolti così». Dell'episodio ha informato anche il sindaco di Valfloriana, Michele Tonini. Le parole di condanna sono nette. «Esprimo solidarietà e vicinanza alla Baita delle fate per le minacce anonime ricevute», dice, anche a nome del consiglio. Prendendo anche le distanze da quanto riportato nella lettera anonima, che attribuiva all'amministrazione critiche all'attività e firmava il testo a nome della "comunità".
«Forse è superfluo, ma è bene evidenziare come l'amministrazione chiamata in causa strumentalmente da ignoti non si sia mai espressa negativamente su nessuna persona, famiglia o azienda locale, tanto meno sulla Baita delle fate». Per questo sporgerà denuncia contro ignoti per il danno di immagine: «Atti di questo tipo minano il buon nome di Valfloriana, della sua gente e della sua riconosciuta ospitalità».
Una comunità, sottolinea il sindaco, «che saprà fare scudo a violenza e minacce, schierandosi convintamente contro ogni atto di intimidazione». Qualcuno si è mai lamentato? «Sono arrivate solo alcune segnalazioni di disagio circoscritte per gli odori. Ma chi lo ha fatto ci ha messo la faccia. Sono davvero rattristato, perché in questi fatti non riconosco la mia comunità».
Anche il presidente dell'Apt della val di Fiemme e Cembra, Paolo Gilmozzi, con una lettera indirizzata a Comune, Comunità di valle e per conoscenza agli albergatori, esprime «massima solidarietà» ai titolari per «l'increscioso e spiacevole episodio che ha coinvolto un operatore del nostro territorio», chiedendo di venire informati sugli sviluppo della vicenda.